pirite
Foto di Stefan Schweihofer da Pixabay

Un nuovo studio rivela che la pirite, soprannominata “oro degli stolti” per la sua somiglianza all’oro pur non avendo valore commerciale, potrebbe essere una pericolosa fonte di emissioni di anidride carbonica (CO2) nell’Artico canadese. L’erosione di questo minerale, che si trova in abbondanza in tutta la regione artica, potrebbe innescare un ciclo di feedback climatico, aggravando il riscaldamento globale. Questo fenomeno si verifica soprattutto nel bacino del fiume Mackenzie, dove l’erosione della pirite sta accelerando a causa del riscaldamento e del conseguente scioglimento del permafrost.

La pirite, un minerale solforato, reagisce con l’ossigeno quando si erode, rilasciando solfato e CO2 nell’atmosfera. Questo effetto è stato osservato in particolare nelle zone del Mackenzie, dove l’erosione da solfuri è aumentata del 45% tra il 1960 e il 2020, in seguito a un incremento di 2,3°C nelle temperature locali. La relazione tra temperatura ed erosione sembra essere esponenziale, ovvero l’erosione accelera man mano che la regione si riscalda, come spiegato da Robert Hilton, professore all’Università di Oxford e coautore dello studio. Se non si interverrà, entro il 2100 le emissioni di CO2 da queste rocce potrebbero raddoppiare, raggiungendo la metà delle attuali emissioni canadesi prodotte dal settore dell’aviazione.

Le aree montuose, più soggette alla spaccatura delle rocce da parte del ghiaccio, sperimentano un’erosione più rapida rispetto alle pianure, dove lo strato di torba rallenta il deterioramento. Tuttavia, la reale portata del problema rimane incerta, poiché l’Artico presenta ampie estensioni di rocce solforate e potrebbe essere influenzato anche da altri fattori, come una minore velocità di disgelo del permafrost.

Gli scienziati stanno esplorando soluzioni per frenare questo fenomeno, come la riforestazione, che potrebbe offrire benefici multipli: ridurre l’erosione delle rocce e il rilascio di CO2, aumentare la biomassa e migliorare le riserve di carbonio nel suolo. La sfida resta complessa, ma l’impegno per limitare l’erosione della pirite è cruciale per preservare il delicato equilibrio climatico dell’Artico.