daltonismo
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La maggior parte delle persone percepisce il mondo attraverso una combinazione di tre coni visivi negli occhi, che ci permettono di distinguere circa un milione di variazioni di colore. Tuttavia, alcuni individui possiedono un “superpotere” visivo chiamato tetracromia, una condizione genetica che aggiunge un quarto cono visivo. Questo dono raro consente ai cosiddetti “tetracromati” di percepire fino a 100 milioni di sfumature, rendendo i colori per loro incredibilmente vividi e complessi.

Contrariamente al daltonismo, che limita la capacità di percepire i colori, la tetracromia espande l’intero spettro cromatico. Le persone con tetracromia sono particolarmente sensibili alla gamma dell’arancione, e spesso riescono a distinguere colori che per la maggior parte delle persone risultano quasi identici. Questo fenomeno, nonostante appaia vantaggioso, comporta anche delle sfide: le scene colorate quotidiane, come i supermercati, possono trasformarsi in “incubi visivi”. Per alcuni si tratta di un’esperienza dei colori molto più intensa e quasi estenuante rispetto a quella delle persone con tre coni.

La tetracromia si verifica in individui con due cromosomi X, rendendo le donne statisticamente più predisposte a possedere questa mutazione. Studi scientifici stimano che circa il 12% delle donne potrebbe avere i geni per questa condizione, anche se non tutti i tetracromati vivono esperienze cromatiche così estreme. La percezione effettiva dipende dall’efficienza del quarto cono e dalla capacità del cervello di elaborare le informazioni aggiuntive. Ad esempio, in uno studio del 2010 pubblicato sul Journal of Vision, solo una delle 24 partecipanti con la variante genetica della tetracromia è riuscita a distinguere tutte le sfumature di colore sottoposte al test.

Attualmente, non esiste un test affidabile e universale per confermare la tetracromia, sebbene alcuni studi genetici possano indicare la predisposizione. Tuttavia, anche con il test genetico, il riconoscimento della condizione rimane complesso, poiché la percezione dei colori può variare soggettivamente.