Il pompelmo, pur essendo ricco di vitamine e minerali, può rappresentare un rischio per chi assume determinati farmaci. La presenza di furanocumarine, composti chimici presenti nel frutto, interferisce con il metabolismo di vari medicinali, rendendoli più potenti o meno efficaci, con potenziali gravi effetti collaterali.
Le furanocumarine bloccano gli enzimi, in particolare il citocromo P450 3A4 (CYP3A4), responsabile della scomposizione di molti farmaci nell’intestino tenue. Questo blocco porta a un aumento dei livelli di farmaci nel sangue, provocando un sovradosaggio accidentale. Ad esempio, farmaci per abbassare la pressione sanguigna come la nifedipina possono risultare eccessivamente potenti, abbassando la pressione a livelli pericolosi e rallentando il battito cardiaco. Allo stesso modo, le statine come la simvastatina, utilizzate per ridurre il colesterolo, possono causare danni muscolari e dolori se presenti in quantità troppo elevate nel corpo.
Non solo i farmaci per la pressione e le statine sono a rischio. Il pompelmo può interferire anche con corticosteroidi, utilizzati per trattare malattie infiammatorie, immunosoppressori come la ciclosporina e benzodiazepine per l’ansia. In questi casi, l’eccesso di farmaco nel sangue può portare a danni renali o a una sonnolenza eccessiva.
In alcuni casi, invece, il pompelmo riduce l’efficacia dei farmaci. Per esempio, nel caso della fexofenadina, un farmaco per le allergie, le furanocumarine bloccano le proteine responsabili del trasporto del medicinale nel flusso sanguigno, riducendo i benefici del trattamento.
Anche una piccola quantità di pompelmo o succo può influenzare notevolmente l’assorbimento di molti farmaci, con possibili conseguenze serie per la salute. Per questo motivo, è fondamentale consultare il medico prima di includere il pompelmo o altri agrumi come le arance di Siviglia o i pomeli nella dieta, in quanto anche questi frutti contengono furanocumarine, sebbene in quantità inferiori.
Infine, l’acido citrico contenuto nel pompelmo può ridurre l’efficacia di farmaci come l’alendronato (Fosamax), utilizzato per l’osteoporosi, interferendo con il loro assorbimento.