L’ileostomia è una procedura chirurgica delicata in cui la parte terminale dell’intestino tenue (ileo) viene deviata verso un’apertura sull’addome, consentendo alle feci di essere raccolte in una sacca esterna. Questa operazione è vitale quando una malattia o altri problemi impediscono al colon di smaltire correttamente i rifiuti digestivi. Può essere temporanea o permanente, a seconda della condizione del paziente.
Malattie che richiedono l’ileostomia
Diverse condizioni mediche possono richiedere l’ileostomia. Queste includono:
– Colite ulcerosa: Una forma infiammatoria dell’intestino crasso caratterizzata da ulcere o lesioni aperte.
– Morbo di Crohn: Una malattia infiammatoria che può colpire qualsiasi parte del tratto gastrointestinale.
– Poliposi familiare: Una condizione in cui si sviluppano numerosi polipi nel colon, che possono degenerare in tumori.
– Difetti intestinali congeniti: Come la malattia di Hirschsprung, che colpisce il colon con una rete nervosa insufficiente.
– Occlusione intestinale: Il blocco completo o parziale del transito intestinale.
– Infiammazioni o infezioni dell’intestino crasso: Come le diverticoliti, caratterizzate dalla formazione di sacche nel colon.
– Masse tumorali nell’intestino crasso: Come il cancro del colon o i polipi intestinali che possono trasformarsi in tumori.
Recupero e Prospettive
Dopo l’ileostomia, è necessario un periodo di recupero, solitamente da 3 a 10 giorni di ricovero in ospedale. Durante questo periodo, i pazienti vengono monitorati per garantire che non ci siano complicazioni e che le feci vengano eliminate correttamente dalla stomia. A seconda della condizione del paziente, l’ileostomia può essere temporanea o permanente.
In conclusione, l’ileostomia è una procedura chirurgica che può essere vitale per migliorare la qualità della vita dei pazienti affetti da gravi malattie intestinali.