
L’idea che esista una probabilità del 17% che la specie umana si estingua in questo secolo è basata su un concetto matematico chiamato “probabilità bayesiana” ed è stata avanzata nel 2020 dal filosofo australiano Toby Ord nel suo libro “The Precipice“. Questa affermazione ha suscitato un certo allarmismo e ha portato a un dibattito sulla validità delle probabilità nel contesto di eventi unici e catastrofici.
Il concetto di probabilità può essere affrontato in due modi principali: probabilità frequentista e probabilità bayesiana. La probabilità frequentista si basa sulle frequenze osservate in un ampio insieme di eventi simili per determinare le probabilità. Tuttavia, nel caso dell’estinzione umana, che sarebbe un evento unico, il “frequentismo” non si applica. La probabilità bayesiana, d’altro canto, assegna probabilità soggettive a priori in base a ciò che si sa o si crede riguardo a un evento, rendendo il modello più soggettivo e difficile da convalidare.
Il calcolo di Toby Ord segue il modello bayesiano, che è basato su ciò che è noto, previsto o creduto riguardo a un dato evento. Nel suo libro, Ord prende in considerazione diversi scenari di estinzione, tra cui impatti di asteroidi e l’uso incontrollato dell’intelligenza artificiale.
Tuttavia, il filosofo stesso ha riconosciuto che le sue probabilità sono più “indicazioni dell’ordine di grandezza” che misurazioni precise. Alcuni critici ritengono che tali numeri speculativi possano essere facilmente interpretati in modo errato, sottolineando la necessità di un discorso pubblico più consapevole sul significato e sull’uso delle probabilità.
Poiché l’estinzione umana è un evento unico e irripetibile, è molto difficile rappresentarlo statisticamente. Mentre il ragionamento bayesiano tradizionale si basa su prove osservative per aggiornare le probabilità a priori, i dati sugli eventi che portano all’estinzione umana sono limitati.
In definitiva, sebbene il “17%” possa avere un impatto psicologico significativo, la sua validità empirica rimane oggetto di discussione. Alcuni esperti ritengono che l’uso di tali numeri senza una base empirica sufficiente sia fuorviante. Tuttavia, c’è chi sostiene che possano almeno attirare l’attenzione sulle minacce che l’umanità deve affrontare, come il cambiamento climatico, le guerre o l’intelligenza artificiale fuori controllo.