La catena montuosa dell’Alto Atlante dove ha avuto luogo il violento terremoto della scorsa settimana. Ph. Credit: Marek Kubicavia Wikipedia

Un violento terremoto ha colpito il Marocco venerdì 8 settembre 2023. La scossa principale ha raggiunto una magnitudo di 6.8 ed è durata per circa una trentina di secondi, a cui sono seguite alcune scosse di assestamento con magnitudo tra 4 e 4,9. Epicentro del sisma il paesino rurale di Oukaimden, nella provincia di Al-Haouz.

Il terremoto ha dunque avuto luogo circa 70 chilometri a sud-ovest da Marrakesh, con un impatto sulle infrastrutture catastrofico, con un numero altissimo di vittime, che si stima sia ora attorno alle 2800.

 

La catena montuosa dell’Atlante: una geologia complessa

Il terremoto del Marocco si è verificato nel cuore della Placca Africana, a circa 550 chilometri dal punto in cui questa si tocca con la placca Euroasiatica. La rottura della faglia è avvenuta sotto l’Alto Atlante marocchino, l’enorme catena montuosa marocchina con vette che superano anche i 4000 metri, come la montagna Jbel Toubkal, che sfiora i 4.200 metri.

L’Atlante è una catena montuosa dell’Africa nord-occidentale, composta da diverse dorsali montuose, che si estende per circa 2.500 km tra Marocco, Algeria e Tunisia. la prima fase della deformazione tettonica che diede origine a quella che oggi è la catena montuosa dell’Atlante interessò soltanto l’Anti Atlante, che si formò nell’era paleozoica, circa 300 milioni di anni fa. L’Alto Atlante è invece il risultato dell’avvicinamento delle placche africana e euroasiatica, che ha dato vita alla vetta più elevata del sistema, il Jbel Toubkal (4167 m), cui si aggiungono altre due cime oltre i quattromila metri: l’Ouanoukrim (4089 m) e il Ighil M’Goun (4071 m).

Sotto questo complesso montuoso si trovano diverse faglie trascorrenti e di sovrascorrimento: le prime sono fratture della crosta terrestre caratterizzate da un piano di faglia verticale, in cui lo spostamento dei blocchi rocciosi avviene orizzontalmente sotto la spinta delle forze tettoniche; le seconde sono invece legate a forze di compressione, che spingono le rocce a passare le une sulle altre.

L’Atlante Marocchino è una catena a doppia vergenza formatasi durante il rift Mesozoico e compressa durante il tardo Cenozoico. L’attuale stile deformativo della catena montuosa è, quindi, molto complesso poiché le strutture sono spesso ereditate dalle fasi deformative precedenti. Inoltre, i depositi di rift, ricchi in gesso e sale, variano in spessore lungo la catena favorendo localmente la presenza di scollamenti.

 

Le cause del violento terremoto in Marocco

Una recente ricerca ha mostrato che i settori frontali dell’Atlante si deformano per sovrascorrimento, mentre i settori interni alla catena si deformano con cinematica prevalentemente trascorrente. Il terremoto dello scorso 8 settembre ha avuto luogo nella porzione dove la deformazione avviene per sovrascorrimento.

Secondo l’USGS, i dati raccolti fino ad ora suggeriscono due possibili piani dove può essersi verificata la rottura. Un primo sud-immergente con pendenza di circa 20-30°, ed uno nord immergente con pendenze più elevate di 60-70°.

Per i ricercatori capire a quale sistema di strutture dobbiamo attribuire la rottura non è semplice. Potrebbe persino trattarsi di sovrascorrimenti situati ben più a nord dell’epicentro o anche della stessa città di Marrakech, dove studi del 2020 hanno mostrato che l’antica spalla del rift Mesozoico è riattivata. Allo stesso tempo, si potrebbe anche trattare del sistema di faglie Tizin’Test ad alto angolo che con cinematica trascorrente destra accomoda la deformazione dei settori interni dell’Atlante marocchino.

Il Marocco, e in particolar modo la parte settentrionale del Paese, è considerata a elevato rischio sismico proprio a causa della presenza di grandi faglie di sovrascorrimento, legate alle interazioni tra la Placca Africana e quella Euroasiatica.