Una nuova ricerca ambientale ha portato alla luce una verità inquietante del futuro del ghiaccio marino artico e del suo impatto sulla regione. Lo studio suggerisce che la perdita di ghiaccio marino nell’Artico potrebbe avvenire molto prima di quanto precedentemente stimato, con l’iconico orso polare che si trova di fronte alla possibilità di non avere un posto dove stare durante i mesi estivi più caldi in soli 10 anni.
I ricercatori hanno utilizzato nuovi modelli climatici basati su dati osservativi raccolti tra il 1979 e il 2019, che hanno mostrato eventi di scioglimento significativi e senza precedenti nei mesi estivi che hanno superato la variabilità naturale. Questi schemi sono stati proiettati nel futuro, indicando che le estati artiche potrebbero essere prive di ghiaccio a partire dal 2030, indipendentemente dalla quantità di combustibili fossili bruciati. In realtà la situazione potrebbe risultare anche più gravi visto fenomeni più estremi non previsti.
L’Artico senza ghiaccio in estate
I risultati di questo studio sono in linea con le previsioni precedenti che hanno criticato le stime prudenti dell’Intergovernmental Panel on Climate Change. L’urgenza della situazione nell’Artico sembra essere stata sottovalutata, come evidenziato dal rapido scioglimento del 95% del ghiaccio marino più antico e più spesso della regione solo negli ultimi 30 anni. Attualmente, oltre il 70% del ghiaccio marino rimanente è considerato stagionale e questo implica che durante i mesi più caldi sparisce quasi del tutto.
Di fatto gli scienziati sono da tempo consapevoli del riscaldamento accelerato nell’Artico, che si verifica a una velocità doppia rispetto al resto del mondo. Tuttavia, questo ultimo studio sottolinea la velocità allarmante con cui stanno avvenendo questi cambiamenti. Gli autori sottolineano l’urgente necessità di pianificare e adattarsi a un futuro con un Artico stagionalmente libero dai ghiacci, evidenziando i profondi impatti delle emissioni di gas serra sulla regione.