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Foto di NADIA LEVENETS su Unsplash

Le balene sembrano avere un segreto. Hanno un’incidenza di cancro notevolmente bassa rispetto alle loro dimensioni corporee, un fenomeno già studiato, senza successo, noto come paradosso di Peto. Questo paradosso descrive il fatto che animali più grandi e longevi con più cellule non sviluppano più tumori rispetto a organismi più piccoli come umani o topi. Risolvere questo paradosso potrebbe offrire spunti su nuove strategie per prevenire e curare il cancro proprio nella nostra specie.

Un team di ricercatori dell’Università di Rochester ha compiuto progressi nello svelare il mistero dietro il paradosso di Peto usando come modello le balene della Groenlandia. In uno studio dell’Università Rochester ha scoperto che le cellule di balena della Groenlandia possiedono eccezionali capacità di riparazione del DNA. Queste cellule di balena mostrano un’elevata efficienza e precisione nella riparazione dei danni al DNA, il che consente loro di tollerare più colpi ai loro genomi senza accumulare errori.

 

Le balene e il rischio di cancro

I ricercatori hanno scoperto che le cellule di balena della Groenlandia hanno un robusto sistema per riparare le rotture del DNA e producono livelli più elevati di una proteina di riparazione del DNA chiamata CIRBP rispetto ad altre specie. Si è già visto che un aumento analogo nelle cellule umane ha di fatto migliorato la capacità di riparare accuratamente il DNA. Questa strategia di riparare le danneggiate piuttosto che distruggerle sembra fondamentale per la lunga durata della vita senza cancro delle balene della Groenlandia.

Gli scienziati riconoscono che con molta probabilità ci sono anche altre soluzioni al paradosso di Peto, poiché gli animali di grande corpo e longevi hanno sviluppato in modo indipendente vari meccanismi per prevenire il cancro. I ricercatori sono ansiosi di scoprire questi meccanismi e identificare potenziali bersagli terapeutici per la prevenzione e il trattamento del cancro umano.