
Bere il tè è associato a una lunga lista di benefici, aleatori in molti casi, ma comunque considerando la facilità di reperibilità, qualcosa alla portata di tutti. Una nuova ricerca ha però mostrato quello che di fatto non è un beneficio così ignorabile ovvero ridurre il rischio di mortalità. Quando si parla di addirittura due o tre tazze, questo rischio diventa anche quantificabile e si parla di una riduzione che va rispettivamente dal 9 al 13% rispetto a una persona che non ne beve.
Una tazza di tè per ridurre il rischio di morte
Le parole dei ricercatori del National Insitutes of Health: “Il consumo regolare di tè nero, il tè più consumato in Europa, è associato a una modesta riduzione della mortalità totale e, soprattutto, delle malattie cardiovascolari nell’arco di 10 anni in un adulto di mezza età, per lo più bianco popolazione generale.”
Non si tratta di una conclusione in piena regola visto che vige la regola tra correlazione e casualità. Detto questo però, lo studio si è basato sui dati della biobanca britannica. Tra questi, oltre mezzo milione, l’85% ha riferito appunto di bere regolarmente il tè, la variante nera nello specifico. Si trovato tutti tra i 40 e i 69 anni.
Il tè non è l’unica bevanda collegata a una riduzione della mortalità anche se non a livello generale. Uno studio cinese ha evidenziato un legame tra i consumatori di caffè con una riduzione del rischio di ictus e anche di demenza. Si parla anche di una combinazione tra le due bevande in questione.