
Il sale da cucina è sempre stato visto come un elemento da ridurre un po’ per tutti e a tutte le età, ma soprattutto per i più anziani e per chi è a rischio di malattie cardiache. Apparentemente però, escludendo proprio le persone più a rischio, ridurlo troppo può essere un rischio per chi invece soffre di condizioni più comuni.
Per chi soffre di insufficienza cardiaca con frazione di eiezione conservata, che di fatto la variante più comune, scendere sotto una certa soglia non è consigliato. Portando avanti un’analisi della durata di tre anni, è stato visto come l’uso del sale in questo tipo di persone ha portato a una minore probabilità di venire ospedalizzati per insufficienza cardiaca al contrario di chi praticamente non ne utilizzava.
Sale da cucina: non ridurlo troppo
Nello studio è stato visto come soprattutto sopra i 70 anni, la presenza di sale, seppur limitata comunque, aveva ridotto molti rischi. Chi ne beneficiava di più erano addirittura i volontari di etnia nera. Per quanto riguarda il sesso invece, non sono state registrate fluttuazioni valide. Apparentemente il motivo di questo riguarda la possibilità di andare a indurre una contrazione del volume intravascolare che impedisce la ritenzione dei liquidi; il punto è che assumerne troppo porta allo stesso problema, ma con una magnitudo maggiore.
Le parole dei ricercatori: “L’eccessiva restrizione dell’assunzione di sale nella dieta potrebbe danneggiare i pazienti con insufficienza cardiaca con frazione di eiezione conservata ed è associata a una prognosi peggiore. I medici dovrebbero riconsiderare la possibilità di dare questo consiglio ai pazienti.”