
L’autismo presenta dei segni fisici e quello più tipico è la grande anormale dell’Amigdala, una struttura importante del cervello. La sua influenza si fa sentire a livello sociale ed emotivo, due aspetti in cui proprio le persone con tali problematiche presentano differenze importante. Se da un lato però questa cosa è risaputa, fino a poco fa gli scienziati non sapevano quando questo cambiamento avveniva.
Secondo un nuovo studio portato avanti dai ricercatori dell’Infant Brain Imaging Study, l’ingrossamento dell’amigdala legato all’autismo avviene tra i sei e dodici mesi di età. Si tratta di fatto di un periodo precoce in cui appunto iniziano a vedersi alcuni sintomi comportamentali che però si palesano solo più tardi. I risultati arrivano dopo l’analisi di 408 bambini al cui interno era presente un gruppo di 58 bambini a rischio.
Autismo e Amigdala
Le parole dei ricercatori: “Abbiamo anche scoperto che il tasso di crescita eccessiva dell’amigdala nel primo anno è legato ai deficit sociali del bambino all’età di due anni. Più velocemente cresceva l’amigdala durante l’infanzia, più difficoltà sociali mostrava il bambino quando gli veniva diagnosticato l’autismo un anno dopo. La nostra ricerca suggerisce che un momento ottimale per iniziare gli interventi e supportare i bambini che hanno maggiori probabilità di sviluppare l’autismo potrebbe essere durante il primo anno L’obiettivo di un intervento presintomatico potrebbe essere quello di migliorare l’elaborazione visiva e sensoriale nei bambini prima ancora che compaiano i sintomi sociali”.
La crescita anormale dell’Amigdala non è collegata soltanto all’autismo, ma si presenta anche in altre condizioni psichiatriche. Questa scoperta può aiutare a capire meglio certe evoluzioni e altre situazioni.