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Sono poche le cose ad essere sinonimo di cultura americana come l’iconico hamburger Big Mac di McDonald’s. Inventato nel 1957 da uno dei primi franchisee di McDonald’s, il Big Mac rimane un prodotto da fast food molto popolare. E a causa della sua popolarità globale, The Economist ha inventato il “Big Mac index” nel 1986, ovvero un modo per tracciare il prezzo del famoso panino rispetto ad altre valute. L’indice incorpora il concetto di parità del potere d’acquisto, che si traduce nel modo per monitorare la forza di una singola valuta e il suo “potere d’acquisto”.

Perché ci interessa? Ebbene, il prezzo di un Big Mac è aumentato di uno sbalorditivo 40% negli ultimi 10 anni. E poiché il prezzo di un Big Mac incarna molteplici fattori economici tra cui il costo del lavoro, dei trasporti, del cibo e dell’inflazione generale, alcuni credono che il sandwich sia un modo per comprendere i tassi di inflazione attuali e il potere d’acquisto del dollaro USA.

 

L’indice del Big Mac e cosa significa per noi

L’indice è stato studiato da molti, inclusa la St. Louis Federal Reserve. Questa descrive la “burgernomics” come “un comodo paniere di beni di mercato attraverso il quale è possibile confrontare il potere d’acquisto di diverse valute”. Il panino stesso contiene diversi beni e servizi tra i due panini, come ad esempio: i prezzi del cibo (ovviamente), la manodopera, l’elettricità, i trasporti e altro ancora. E poiché il panino esiste in così tanti posti in tutto il mondo, alcuni considerano l’hamburger un modo per misurare il potere d’acquisto di diverse valute.

Sebbene il Big Mac sia un gustoso panino, l’indice non è un indicatore economico infallibile della parità di potere d’acquisto. Senza approfondire la teoria economica, l’indice Big Mac è degno di nota in quanto dimostra l’incredibile inflazione che stiamo vivendo. E in alcuni casi, il prezzo del panino sta aumentando più velocemente di diverse misurazioni economiche. L’hamburger ora costa in media 6,05 dollari negli Stati Uniti, un aumento del 40% negli ultimi 10 anni. E questa tendenza dei beni di consumo alle stelle nel prezzo non è solo una tendenza del Big Mac. Altri beni e servizi hanno rispecchiato la stessa tendenza nell’ultimo decennio.

Sfortunatamente, non c’è niente che possiamo fare per controllare l’inflazione. Quindi, se desideriamo un Big Mac, patatine fritte e bibite, dovremo arrenderci e pagare tra gli 8 e i 10 dollari (o euro), a seconda di dove viviamo.

Il Big Mac è solo un segno tra i tanti che la vita sta diventando costosa. E che tu stia assaporando questo iconico panino, facendo la spesa o anche cercando una nuova casa, probabilmente hai avuto qualche shock per i costi che si dovranno affrontare.