
Anche se non è di certo il periodo più popolare per le ferie, anche l’autunno può riservare molte sorprese per le vacanze. Si può infatti godere di paesaggi meravigliosi, città d’arte non troppo affollate e prezzi spesso vantaggiosi. Questi sono solo alcuni dei motivi per cui sempre più persone scelgono di viaggiare in autunno. Ma scopriamo quali sono le 7 migliori mete autunnali da scoprire in Italia.
Umbria: tra storia, cultura e natura
Sicuramente tra le mete da scoprire in autunno vi è l’Umbria, dove ci si può perdere tra incantevoli borghi, un patrimonio artistico d’eccellenza, paesaggi collinari e boschi incantati dove ammirare lo spettacolo di una pioggia dorata di foglie secche.
Tra le zone naturali da non perdere in Umbria durante l’autunno ci sono i Monti Sibillini, il Lago Trasimeno, la Valnerina, i vitigni di Montefalco, la Cascata delle Marmore, le fonti del Clitunno e la grotta ed il parco del Monte Cucco.
Tra borghi e città sicuramente non possono mancare Perugia, Gubbio, Assisi, Foligno, Spoleto, Todi, Spello, Bevagna ed il piccolo ed incantevole borgo di Rasiglia, una frazione di Foligno immersa nelle acque della Valle del Menotre.
Tra le migliori mete autunnali non può mancare la zona del Chianti
Per chi cerca un po’ di pace in mezzo alla natura e per chi si vuole perdere tra piccoli borghi, l’ideale potrebbe essere un tour della zona del Chianti, tra le colline toscane. Nel Chianti si può godere del panorama delle colline e dell’atmosfera tranquilla delle colline e della campagna, nonché perdersi tra i filari di viti ormai privi di grappoli e con le foglie ingiallite, dorate nel sole del tramonto.
È anche un ottimo periodo per assaggiare il vino novello o godere del sapore secco e leggermente tannico del Chianti DOCG, magari accompagnato dagli ottimi salumi e formaggi della zona, come il Marzolino del Chianti, un formaggio di pecora fragrante e saporito che tende al piccante con la stagionatura, ed il Tonno del Chianti che si ottiene facendo bollire pezzi di carne suina nel vino bianco e poi messo sott’olio.
Il Casentino: perdersi tra le foreste casentinesi nei dintorni di Arezzo
La maggiore attrattiva del Casentino sono senza dubbio i suoi preziosi ambienti naturali con le aree montuose coperte da estese aree boschive in buona parte comprese nel Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, che in autunno offrono un foliage davvero spettacolare e suggestivo. Nel fondovalle si trovano invece suggestivi centri storici, mentre sui pendii montuosi vi sono i ruderi di un centinaio di castelli.
I suggestivi paesaggi naturali del casentino passano dai pascoli di altura, alle faggete e ai castagneti e querceti, che in autunno offrono colori spettacolari e che ricordano la comunità montana un tempo dedita alla pastorizia e alla raccolta delle castagne sul versante del Pratomagno. Scendendo ancora verso valle ci si trova immersi nei coltivi, residui del sistema mezzadrile.
Nel Casentino vi sono anche importanti punti di interesse, artistico e soprattutto religioso come la Pieve di Romena, una chiesa romanica nel comune di Pratovecchio Stia, e importanti centri religiosi come il Santuario della Verna, il Monastero di Camaldoli, l’Eremo di Camaldoli, il santuario-monastero di Santa Maria del Sasso e la Pieve Romanica di Badia Prataglia.
Camaldoli e La Verna, i gioielli del Casentino
Il celebre complesso monastico di Camaldoli (sec. XI) è costituito da un eremo e da un monastero. il Sacro Eremo fu costruito da San Romualdo, capostipite dell’Ordine camaldolese, che successivamente fece erigere più in basso una casa per accogliere gli ospiti e i pellegrini. Sulla base di questo primo ospizio nacque poi l’attuale monastero che acquisì la forma attuale nel XVI sec.
La chiesa attuale fu costruita sulle rovine di edifici sacri antecedenti e risale al XVI secolo. Nel 1700 subì diversi ammodernamenti e al suo interno conserva alcune opere del Vasari. Di rilievo infine, l’antica farmacia del monastero costruita nel 1543, arredata da splendidi armadi in noce e da antichi oggetti usati dai monaci per la preparazione di farmaci e balsami.
L’eremo e il monastero di Camaldoli sono immersi nella pace e nel silenzio della millenaria foresta camaldolese che attribuisce al luogo un ulteriore elemento di fascino e raccoglimento. La foresta per molti secoli appartenne agli eremiti che ne erano in un certo senso i custodi e guardiani. I monaci dovevano avevano infatti il compito di piantare ogni anno da quattro a cinquemila piantine.
Il santuario della Verna si trova incastonato tra la roccia e avvolto da una monumentale foresta di faggi e abeti bianchi e un ricco sottobosco che comprende agrifogli e tassi, conservata nella sua ricchissima varietà da quasi otto secoli di gestione francescana che vedeva il bosco come parte del creato attraverso cui si manifestava l’opera di Dio, e come tale da rispettare e venerare.
Il santuario e la cittadella monastica si trovano su una rupe calcarea del monte Penna, visibile da tutto il Casentino e dall’alta Val Tiberina con la sua forma inconfondibile dovuta alla vetta tagliata a picco da tre parti.
Il grande complesso del Santuario ha un’ architettura massiccia e articolata che custodisce numerosi tesori di spiritualità, arte, cultura e storia. La sua lunga storia inizia nel maggio del 1213, quando il conte Orlando Cattani di Chiusi in Casentino fece dono a San Francesco del Monte della Verna. Al Sacro Monte della Verna avvennero anche molti eventi miracolosi. Questo è infatti il luogo dove San Francesco qui ricevette le Stimmate durante la Quaresima del 1224.
La Maremma Toscana: le strade del tufo e degli Etruschi
Tra le mete autunnali più suggestive vi sono sicuramente i cammini antichissimi, scavati nel tufo dagli Etruschi, che collegano ancora i borghi maremmani di Pitigliano, Sorano e Sovana. Sono le cosiddette vie cave, strade scavate tra alte pareti di tufo immerse in boschi dai colori autunnali, che sono in grado di farci sentire parte di una fiaba.
Addentarsi in queste vie buie e strette, immerse nel silenzio del bosco e con una pioggia di foglie dorate si entra in un luogo senza tempo, fatto di persone vissute nel passato e nel presente che hanno percorso queste stesse vie per raggiungere luoghi sacri o per nascondersi dai briganti, o come semplici turisti immersi in una passeggiata.
Ogni tanto, nelle pareti di tufo si scorgono piccole nicchie con immagini sacre, conosciute come scacciadiavoli. Mentre guardando in cima alle pareti di tufo si scorge il bosco con il suo foliage giallo-rosso che si confonde con il colore del tufo al tramonto.
Da non perdere Sovana, uno borghi più belli d’Italia secondo l’Associazione Nazionale Comuni Italiani. Suana era un centro etrusco, che dalla conquista di Vulci in poi (280 a.C.) subì un graduale processo di romanizzazione, culminato con la creazione del municipio e con la concessione della cittadinanza romana agli italici. Particolarmente degni di nota sono la Concattedrale di San Pietro, rimasta pressoché invariata dal X secolo, e la Chiesa di Santa Maria Maggiore.
D’obbligo è anche una visita a Sorano e Pitigliano, anch’essi come Sovana considerati “Borghi del Tufo”. Pitigliano era già un luogo frequentato e abitato sin dai tempi degli etruschi. Attorno al 1000 sappiamo fosse un luogo di competenza della famiglia dei conti Aldobrandeschi. Successivamente passò agli Orsini che governarono la Contea di Pitigliano per secoli, fino al 1574, quando Niccolò IV Orsini cedette la fortezza ai Medici e nel 1604 Pitigliano fu annessa al granducato di Toscana. I Medici tuttavia si disinteressarono delle sorti della città, che cadde presto in declino, e soltanto nel 1737, anno in cui il granducato passò ai Lorena, Pitigliano conobbe una lenta ripresa economica e culturale.
Oggi è uno dei borghi più belli d’Italia dell’ANCI, con il suo caratteristico centro storico noto come la piccola Gerusalemme, per la storica presenza di una comunità ebraica, da sempre ben integrata nel contesto sociale che qui ha la propria sinagoga.
Le mete autunnali tra laghi e montagne: il nord del Lago di Garda
Un’altra delle mete autunnali consigliate è la parte nord del lago di Garda, quella divisa tra Veneto e Trentino. Si può godere di paesaggi autunnali lungo il Sarca, uno degli immissari del lago, che sfocia nel Garda a Torbole e lungo le cui rive si trovano meravigliose piste ciclabili e sentieri che collegano tutta la zona fino ad Arco. Si possono fare passeggiate ed escursioni a piedi e in bicicletta, tra borghi come Malcesine, Nago-Torbole, Riva del Garda, Limone sul Garda ed Arco, godendo nel mentre dell’affascinante bellezza dei paesaggi e della natura del lago e delle montagne attorno ad esso.
Da Malcesine si può salire sul monte Baldo ed ammirare la bellezza del lago di Garda visto dall’alto. Si può raggiungere in macchina il rifugio Bocca di Navene e si prosegue a piedi lungo il sentiero che porta al monte Altissimo tra scorci panoramici davvero unici. Arrivando a Malcesine da Torbole di certo non si può mancare di fermarsi a pranzo o a cena alla Speck Stube Malcesine, un biergarten immerso tra gli ulivi dove si respira l’atmosfera di questa parte del lago di Garda, ovvero quella di un luogo per famiglie, sportivi, motociclisti, avventurieri e viaggiatori in cerca di esperienze.
Le Alpi piemontesi tra le mete autunnali
Tra le mete autunnali degne di nota vi è anche l’Alpe Devero. A 1.600 metri di quota, è una delle località più apprezzate e frequentate della Val D’ossola, con i suoi ampi pianori puntellati da piccoli borghi e circondati da foreste di larici alternati con laghi di varie dimensioni.
Da non perdere i Laghi del Sangiatto, 3 pittoreschi laghi (Inferiore, Medio e Superiore) che si distinguono per le loro acque sulle quali si riflettono le vette attorno alla valle. Molto suggestivo anche il Lago delle Streghe, un piccolo laghetto le cui acque sono intrise di misteri e leggende.
In montagna sempre più in alte: Livigno in autunno
Livigno è una di quelle mete da sempre associata con l’inverno e con la stagione sciistica, ma anche in autunno potrà sorprendervi, con i suoi boschi e i suoi paesaggi incantati di alta montagna. Vestita di giallo-oro, la sua vallata è perfetta per passeggiate facili ed escursioni in mountain bike tra le cascate della Val Nera, il giro delle Tee, le caratteristiche baite usate in passato dai pastori e scorci panoramici incantevoli.
Bellissima la Val Federia, con le sue malghe, in cui non si può perdere il Sentiero dell’Arte, realizzato in un bosco di larici e ornato con statue intagliate nel legno realizzate da artisti provenienti da tutto il mondo.
Per gli appassionati motociclisti da Livigno si può facilmente raggiungere il passo dello Stelvio dove, da percorrere assolutamente in moto, è il passo Umbrail o Giogo di Santa Maria, una variante dello Stelvio che si snoda con ripidi tornanti fino a Davos, in Svizzera, attraversando paesaggi di alta montagna quasi desertici che percorsi in autunno, senza la neve e con i prati ingialliti, assomigliano molto a paesaggi extraterrestri. Un luogo suggestivo di alta montagna in grado di farci sentire davvero lontani dalla Terra.