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L’aspirina, nel suo nome più generico, è uno di quei medicinali più usati a livello generale, anche erroneamente. Sembra quasi una panacea contro tutti i mali tanto che è spesso capitato che venisse consigliata in dose minime anche per chi soffriva di malattia cardiaca. Una pratica che ultimamente sta venendo rivista visto che si parla di possibili problemi di saluti molto più grandi rispetto a eventuali benefici.

Il problema principale dell’aspirina è collegato all’effetto benefico. Il farmaco è in grado di prevenire la formazione di coaguli di sangue i quali possono dare vita a complicazioni non indifferenti. Il sangue però diventa così fluido da aumentare il rischio di sanguinamento in diversi punti dell’organismo. Il rischio è minimo, ma aumenta per le persone già a rischio.

 

Aspirina: possibili complicanze

L’uso dell’aspirina per chi ha problemi cardiaci è stato fatto soprattutto negli Stati Uniti a partire dagli anni 80, ma recenti studi stanno sconvolgendo questa pratica comune tanto che a breve dovrebbe uscire un documento che invita a evitare dove si può di prescriverne l’assunzione.

A causa del rischio di sanguinamento, la terapia con aspirina non è raccomandata se non si è mai avuto un infarto o un ictus, ad eccezione di alcuni pazienti accuratamente selezionati.” Questo viene scritto sul sito web ufficiale dell’American Heart Association, giusto per sottolineare che il rischio è concreto e che non bisogna prendere sottogamba l’evoluzione delle terapie mediche. Se da un lato quindi i medici dovranno incominciare a evitare la prescrizione, le persone dovranno evitare di prenderle di loro sponte.