virus-marburg
Photo by Patrick Assalé on Unsplash

In Guinea un uomo è morto a causa del virus Marburg, altamente infettivo, che ha messo in quarantena più di 100 persone pochi mesi dopo la fine dell’epidemia di Ebola nel Paese. Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, lo scorso venerdì è stato scoperto il primo caso di malattia nel Paese. L’uomo ha mostrato i primi sintomi il 25 luglio ed è morto otto giorni dopo. I test dopo la sua morte hanno confermato che era positivo al Marburg.

Quella di Marburg è una malattia altamente contagiosa diffusa dai fluidi corporei con un tasso di mortalità fino al 90% e fa parte della stessa famiglia di virus dell’Ebola. È stato riconosciuto per la prima volta nel 1967 e, da allora, si sono verificati numerosi focolai in tutto il mondo. L’epidemia più notevole si è avuta in Angola dal 2004 al 2005, quando il 90% delle 252 persone infette è morto. Non ci sono vaccini o trattamenti antivirali approvati per curare il virus.

In Guinea, i funzionari sanitari stanno cercando di determinare quante persone erano in stretto contatto con l’uomo infetto. Finora sono state identificate 145 persone a cui è stato detto di autoisolarsi.

 

Un altro virus dal quale difendersi

Il caso confermato arriva mesi dopo la fine dell’epidemia di Ebola in Guinea a giugno. La regione di Gueckedou, dove è stata confermata la presenza del virus Marburg, è stata anche il luogo in cui sono stati scoperti casi di Ebola quest’anno. “Apprezziamo la prontezza e la rapida azione investigativa degli operatori sanitari della Guinea. La possibilità che il virus di Marburg si diffonda in lungo e in largo significa che dobbiamo fermarlo“, ha dichiarato in una nota Matshidiso Moeti, direttore regionale dell’Oms per l’Africa. “Stiamo lavorando con le autorità sanitarie per attuare una risposta rapida che si basi sull’esperienza passata e sulla competenza della Guinea nella gestione dell’Ebola, che viene trasmessa in modo simile“.

Non è noto come l’uomo abbia contratto il virus, ma gli scienziati del CDC hanno affermato a gennaio che il virus è stato rilevato nei pipistrelli rousette egiziani in Sierra Leone, che condivide un confine con la Guinea.

Anche la Guinea sta vivendo una delle sue peggiori ondate di COVID-19. Secondo l’OMS, al 2 agosto sono stati 1.159 i casi confermati, il numero maggiore dall’inizio della pandemia.