
I cattivi di Hollywood hanno molte più probabilità di avere quelle che gli scienziati chiamano “anomalie facciali” (cicatrici, problemi di pelle, deformità, alopecia, ecc.) rispetto agli eroi. Pensiamo a Freddy Krueger o Scar, ma anche Darth Vader o The Joker. Gli esempi non mancano. Perché, dunque, un fisico atipico e non perfetto dovrebbe influenzare l’atteggiamento morale? Come è nato questo ragionamento? È stato effettuato uno studio approfondito sull’argomento.
Le ragioni delle cicatrici nei personaggi malvagi
Si ritiene che le persone con facce imperfette abbiano caratteri morali imperfetti? Questa è la domanda posta da un gruppo di ricerca che ha pubblicato i risultati del proprio studio su Annals of the New York Academy of Sciences.
Gli scienziati sono partiti da un presupposto iniziale, ovvero che tutto si svolge a livello dell’amigdala. Quest’ultima dimostra di inviare una specifica risposta neurale a volti anormali. E, in effetti, i risultati registrati sono evidenti. Dal punto di vista comportamentale, le persone con volti diversi dalla norma hanno ricevuto, in media, meno interazioni dai partecipanti con uno status socioeconomico più elevato. Lo studio ha anche scoperto che le persone con volti insoliti ricevono meno empatia dagli altri. In media, le persone si aspettano che le persone con un volto considerato “attraente” abbiano un carattere più positivo, rispetto a chi ha una faccia considerata “anormale”.
Gli scienziati usano lo stereotipo della “bellezza fa bene“. Il carattere morale di una persona può quindi essere in parte determinato dalla sua bellezza, inconsciamente, per molti esseri umani. Allo stesso modo, le anomalie facciali possono essere un segno di cattiva salute, anche se non correlate alla malattia, per i partecipanti all’esperimento. In che modo gli scienziati hanno determinato che il bias anormale = cattivo era relativamente presente nelle nostre menti collettive? Ci è voluto un lungo processo per capirlo.
L’approccio scientifico
Prima di tutto, gli scienziati hanno condotto un primo sondaggio online per caratterizzare gli atteggiamenti che i partecipanti avevano nei confronti delle persone con anomalie facciali. In un secondo momento dello studio, gli scienziati hanno quindi esaminato le risposte neurali a volti ritenuti “anormali”, quindi a quelli che rientravano ulteriormente nella norma stabilita. Ai partecipanti sono stati così presentati diversi tipi di viso.
Secondo i risultati di questo esperimento, le persone con anomalie facciali sono state giudicate meno affidabili, meno attraenti, più frustrate e più ansiose rispetto alle persone con volti belli o con facce dall’aspetto mediocre.
Conclusione dell’esperimento
Questo studio ha confermato precedenti relazioni secondo cui le persone con facce anomale possiedono caratteristiche tipiche delle personalità negative. Per molti partecipanti, e spesso inconsciamente, anormale = cattivo.
Gli scienziati ritengono che questa disumanizzazione dei soggetti con anomalie sia dovuta a pregiudizi cognitivi sociali, disposizioni emotive (empatia affettiva, per esempio) e diversi comportamenti indesiderabili. Tutto ciò sarebbe collegato, come inizialmente pensavano gli scienziati, al funzionamento dell’amigdala sinistra, che invia una risposta neurale specifica a seconda del viso che viene presentato al partecipante. Capire come funziona questo stereotipo è fondamentale per informare gli interventi volti ad educare il pubblico sul carico sociale delle persone ritenute “diverse”.
E… i cattivi di Hollywood
Quasi inconsciamente, e per molti partecipanti, le persone con segni del viso o anomalie sono molto meno degne di coscienza rispetto alle persone considerate “belle” e senza difetti. I creatori di Hollywood se ne sono resi conto senza effettuare studi precisi sull’argomento, e hanno caratterizzato spesso con una cicatrice i personaggi di cui diffidare. Questa è l’anomalia facciale più facile da ottenere con il trucco. Ovviamente sono emerse altre varianti, soprattutto per quanto riguarda le verruche e altri problemi della pelle.