
La zona di esclusione di Chernobyl, ufficialmente disabitata dopo il disastro nucleare del 1986, continua a fornire informazioni ai biologi. Questa volta, i funzionari della Chernobyl Radiation and Ecological Biosphere Reserve hanno notato che i bovini si comportano in modo molto diverso dal solito.
Nel corso di tre anni, un team di biologi che lavorano nella zona di esclusione ha analizzato una serie di mucche e ha notato che hanno iniziato a comportarsi in modo simile agli animali selvatici. Secondo il rapporto riportato sulla sua pagina Facebook, il gruppo spiega che le mucche si sono organizzate in una mandria, hanno scelto di mantenere una rigida gerarchia e si sono adattate perfettamente alle condizioni climatiche della regione.
I vitelli del gruppo sono tenuti tra un toro adulto e le femmine, nell’area considerata più sicura, e la loro protezione è una priorità per tutti gli animali. Il toro principale – il più vecchio e il più forte – non espelle i giovani maschi e li tiene in gruppo per proteggerli dai predatori, a patto che non ne contestino la leadership. Gli esperti hanno anche notato che gli animali più giovani hanno un buon adattamento al freddo.
Comportamenti insoliti
I biologi ritengono che i loro antenati, l’uro eurasiatico (Bos primigenius), abbiano un ruolo importante in questo adattamento. Estinti nel XVII secolo, questi animali erano creature socievoli e intellettualmente sviluppate. Vivevano principalmente nelle foreste e molto raramente venivano catturati da altri predatori. Tuttavia, furono vittime della caccia, uno dei principali fattori che ha portato alla loro estinzione.
Nel 2019, è stato anche riferito che Chernobyl è diventata un santuario per una rara specie di cavalli, i cavalli di Przewalski.
Il disastro nucleare è avvenuto il 26 aprile 1986, durante un test della stazione che ha simulato un’interruzione di corrente, provocando un incendio che è durato nove giorni. Il numero di morti oggi è ancora oggetto di controversia, senza cifre ufficiali.