Domani sera, già dopo il tramonto si verificherà uno degli eventi astronomici più importanti dell’anno, la grande congiunzione tra Giove e Saturno, i due giganti del Sistema Solare. Un evento che si verifica ogni 800 anni circa e che vedrà i due pianeti così vicini da sembrare che si tocchino, dando vita a quella che potrebbe sembrare un’unica enorme stella.
Un evento del genere ovviamente non può lasciare indifferenti, né dal punto di vista scientifico e astronomico, né da quello popolare e astrologico. E questo vale nel 2020 come nell’antichità. Da sempre infatti la grande congiunzione tra Giove e Saturno, è stata vista come un segno del cielo per eventi di grande rilievo.
L’astrologia e i trigoni nella congiunzione Giove-Saturno
Per capire bene che cosa implichi questo evento in astrologia, dobbiamo sapere che cos’è il trigono dello zodiaco. Si tratta di una figura triangolare che ha il vertice coincidente con il centro della sfera celeste e gli angoli alla base indicano i punti di solstizio, mentre il centro della base indica i punti di equinozio, e i lati coincidono con l’inclinazione dell’eclittica (23°27′). Sulla base sono proiettate le dodici divisioni dei segni zodiacali prese sull’eclittica, e da questi punti sono tracciate linee convergenti al vertice del triangolo.
Ogni 794 anni circa (per la precisione ogni 40 congiunzioni circa) la congiunzione tra Giove e Saturno fa si che un altro vertice del loro trigono si trovi nella stessa ascensione retta o la stessa longitudine celeste, del primo evento di congiunzione. Con tre cicli di questo tipo, cioè ogni 2383 anni, si dovrebbe completare un ciclo intero dello zodiaco.
I cicli delle grandi congiunzioni
Il ragionamento, tuttavia, non tiene conto dello spostamento del punto vernale (il punto in cui inizia lo zodiaco) degli equinozi. L’ascensione retta o la longitudine vengono infatti calcolati a partire da questo punto. In pratica rispetto alle stelle fisse la configurazione più prossima a quella iniziale si ottiene solo dopo 43 o 46 congiunzioni celesti, cioè rispettivamente ogni 854 o 913 anni.
Ogni 794 anni, ci sono 13,33 cicli sessantennali di congiunzioni e il trigono ruota di circa 8 x 13,33 = 106°; simultaneamente però il punto vernale ruota di 11° nel verso opposto completando la distanza angolare di circa 117° fra due successivi vertici del trigono. Con uno (o due) cicli sessantennali aggiuntivi si ottiene per difetto (o per eccesso) la rotazione di 11° mancante per completare la rotazione di 117° anche rispetto alle stelle fisse.
Ad esempio la congiunzione che avuto luogo nel 2000 si è verificata sul confine tra la costellazione dell’Ariete e quella del Toro, circa a metà strada fra la congiunzione in Ariete del 1087 (913 anni prima) e quella del 1146 in Toro (854 anni prima). La sua longitudine, invece, era quasi identica a quella della congiunzione del 1206 (794 anni prima). La congiunzione eliocentrica successiva si verificherà proprio domani, lunedì 21 dicembre 2020.
La congiunzione massima tra Giove e Saturno indica momenti importanti nella storia dell’umanità
Le congiunzioni, che ogni 794 anni si verificano del punto vernale, anche conosciuto come “punto gamma”, e sono chiamate conjunctio maxima, cioè congiunzione massima. Secondo Keplero esse rappresentano una sorta di segnalibro nella storia dell’umanità.
Keplero notò infatti che una congiunzione tripla si era verificata nel 7 a.C. e ipotizzò per primo che il fenomeno potesse aver dato luogo al racconto della Stella di Betlemme. In questo caso la prima congiunzione si verificò il 29 maggio circa e l’allineamento eliocentrico fu raggiunto il primo settembre. Questa congiunzione quindi coincise con la nascita di Gesù. Un evento molto importante nella storia dell’umanità.
Giuseppe De Cesaris, autore del testo “Congiunzioni Giove-Saturno e Storia Giudaico-Cristiana”, ha calcolato molte altre date in cui il fenomeno si è verificato e lo ha associato ad altri eventi storici. Ad esempio la congiunzione tripla del 980 a.C. potrebbe aver disegnato nel cielo lo schema iconografico a sei punte successivamente chiamato stella di Davide.
E la stessa Teoria era stata adottata dallo stesso Keplero. Egli riteneva infatti che le grandi congiunzioni tra questi due pianeti si fossero verificate in corrispondenza della nascita o della vita di grandi personaggi come Noè, Mosè, Gesù e Davide. Inoltre egli riteneva che la prima avesse avuto luogo in concomitanza con la creazione, poco più di 4000 anni prima di Cristo.
Oltre a quanto riportato nei testi evangelici Keplero sapeva che i rabbini ebrei davano un’enorme importanza alla congiunzione fra Giove e Saturno nella costellazione dei Pesci, pare narrata nel Libro di Daniele.
Da Giove a Davide, la stella dei Re
La congiunzione tra questi due pianeti risulta molto importante anche nella mitologia. I due giganti infatti portano il nome di due importanti divinità, presenti con diversi nomi in molte culture diverse.
Giove era tradizionalmente considerato il Pianeta dei Re e, secondo gli scrittori romani, Saturno era la divinità planetaria che gli ebrei adoravano con il nome di Jehovah. Inoltre Saturno secondo la tradizione cristiana, e greco-romana, Kronos, rappresenta Satana.
Le congiunzioni Giove-Saturno rappresentano dunque nella mitologia, i combattimenti fra Giove (Zeus, Marduk, ecc.) e Saturno (Kronos, Enki, ecc.).
La congiunzione Giove-Saturno nell’astrologia del mondo arabo
Anche nel mondo arabo, la grande congiunzione Giove-Saturno, con il suo ingresso in una nuova triplicità di segni zodiacali, veniva tenuta in grande considerazione. L’astrologo Abu Ma’shar al-Balkhi scrisse che le grandi congiunzioni Giove-Saturno fossero il segno di enormi cambiamenti epocali di natura religiosa o politica, oppure di sconvolgimenti naturali.
Abu Ma’shar parlava anche di uno di questi eventi come presagio dell’arrivo di un profeta minore e, quando le sue teorie raggiunsero l’Europa, si pensò che questo profeta potesse essere Martin Lutero. Lo stesso monaco agostiniano non fece nulla per screditare questa teoria. Sembra infatti che Lutero fosse nato all’incirca al tempo di una grande congiunzione nello Scorpione.
L’influsso delle congiunzioni nella cultura
Inoltre molte civiltà si sono basate sul ciclo sessagesimale delle congiunzioni, secondo cui ogni congiunzione si ripresenta nella stessa regione celeste dopo un ciclo di 60 anni, per la suddivisione in cicli in diversi ambiti.
Ad esempio in Cina, Giappone, Corea e Vietnam gli anni si calcolano secondo un ciclo sessagesimale. Anche la nostra divisione delle ore in sessanta minuti e dei minuti in sessanta secondi, ha avuto origine per lo stesso motivo in Mesopotamia, così come una suddivisione degli angoli in sessantesimi di grado.
Un presagio nefasto od una speranza per il futuro?
Secondo le moderne interpretazioni astrologiche, questa particolare congiunzione, insieme alle altre caratteristiche del cielo di questo periodo, sarebbe un’esortazione al rischio e all’inizio di qualcosa di nuovo ed incerto. D’altronde si verificherà proprio quasi alla fine dell’anno e nella sera del solstizio d’inverno.
Inoltre con questo evento sia Giove che Saturno entreranno nel segno dell’Acquario. I due pianeti entreranno dunque in Acquario, un segno anticonformista e portatore di Acqua, simbolo di Vita, di fratellanza e di ideali umanitari. Saturno, il severo ed imparziale giudice, potrebbe essere dunque aiutato da Giove, che proteggerà nuove invenzioni, accordi ed esperimenti scientifici. Questo potrebbe significare un momento importante per la scienza e la ricerca. Magari si potrebbe arrivare ad una cura ed al vaccino per il Sars-CoV-2.
Ph. Credit: Jean-Luc Dauvergne