deepfake

I deepfake sono visti da molti come una delle armi più pericolose nell'”arsenale” della disinformazione online e possono rappresentare una minaccia per la democrazia. Per discutere le conseguenze della manipolazione dei contenuti, Nina Schick, autrice del libro “Deepfakes: The Coming Infocalypse“, ha approfondito la questione.

Ed ha spiegato che i modi per manipolare le immagini, ad esempio, esistono da molto tempo. Con il progresso della tecnologia, in particolare dell’intelligenza artificiale, sono emersi modi altamente sofisticati e automatizzati di creare “media sintetici”, che includono i deepfake.

Per Nina Schick l’apparizione dei deepfake si afferma come “uno dei momenti più decisivi nella storia della comunicazione umana“. “Il futuro della produzione di contenuti sarà sempre più sintetico“, ha sottolineato l’autore, esemplificando gli usi della tecnologia nel settore dell’intrattenimento.

La rivoluzione nella produzione di contenuti attraverso l’IA rappresenta un autentico “cambio di paradigma nel modo in cui comunichiamo e comprendiamo il mondo”. Tuttavia, il rovescio della medaglia è preoccupante: “L’IA è lo strumento più sofisticato per la disinformazione”, ha difeso Nina Schick.

 

La tecnologia non aiuta, ma favorisce

Se anche prima dell’emergere dei deepfake era già difficile navigare in un ecosistema pieno di informazioni false o fuorvianti, la tecnologia ha reso il compito ancora più difficile. “L’ecosistema dell’informazione è già così corrotto che i deepfake sono solo il passo successivo nell’evoluzione della minaccia che è la disinformazione“, ha sottolineato Nina Schick.

Per ora la soluzione al problema non è ancora chiara e, nella prospettiva dell’autore, “non ci sono certo rimedi sacri”. Occorre uno sforzo a livello mondiale per mitigare le conseguenze e aprire il dibattito sulla questione, stabilendo nella società quali siano i limiti della tecnologia, si assume come priorità.

Al di fuori dello svantaggio dell’applicazione dell’IA alla creazione di contenuti, Hao Li ha spiegato che la tecnologia potrebbe soddisfare alcune delle esigenze incontrate durante la pandemia COVID-19. Il CEO di Pinscreen, specializzato nella creazione di avatar virtuali, ha affermato che c’è molto potenziale nell’area della comunicazione a distanza.

Photo by Drew Graham on Unsplash