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Un team di ricercatori olandesi ha deciso di analizzare i disturbi di uno dei principali artisti della storia: Vincent van Gogh. Secondo gli esperti del Centro medico universitario di Groninga, nei Paesi Bassi, è possibile che il pittore abbia subìto due episodi di delirio associati ad attacchi di astinenza da alcol.

Gli investigatori hanno analizzato centinaia di lettere scritte da van Gogh, la maggior parte delle quali sono state inviate a suo fratello, Theo. Sulla base dello stile di scrittura, delle parole usate e dei temi delle missive, gli esperti hanno condotto un esame psichiatrico dettagliato.

 

Due episodi di delirio determinati

Secondo quanto emerge, Vincent van Gogh ha avuto due episodi di delirio causati dall’astinenza dalle bevande alcoliche. Gli scienziati suggeriscono che i sintomi siano legati a un periodo forzato di assenza di alcol, seguito da “episodi depressivi gravi (almeno uno con caratteristiche psicotiche) da cui non si è mai completamente ripreso, portando infine al suicidio“.

Tra il dicembre 1888 e il maggio 1889, van Gogh fu ricoverato tre volte consecutive ad Arles, in Francia, dopo essere stato trasferito al manicomio di Saint-Rémy-de-Provence nel maggio 1889. In due dei tre ricoveri, il pittore scrisse un lettera in cui riferisce di aver sofferto di “allucinazioni, ansia e incubi insopportabili”.

Una “febbre o follia mentale o nervosa, non sono sicuro di cosa dire o come chiamarla“, ha scritto. I ricercatori suggeriscono che i sintomi siano legati a un periodo forzato senza alcol. “È probabile che almeno la prima psicosi ad Arles, nei giorni successivi all’incidente dell’orecchio, durante il quale ha smesso di bere bruscamente, sia stata un delirio da astinenza da alcol“, hanno scritto gli autori della ricerca.

Uno di questi episodi è legato al suo famoso taglio sull’orecchio. Ci sono diverse teorie sul motivo per cui Van Gogh ha reagito in questo modo: alcuni dicono che non sia stato in grado di disegnare perfettamente l’orecchio nel suo autoritratto; la più popolare teoria racconta che sarebbe stata una conseguenza di una discussione con il pittore francese Paul Gauguin; e, infine, alcuni sostengono che il pittore abbia reagito così quando scoprì che suo fratello si sarebbe sposato.

Tuttavia, gli esperti sottolineano che le conclusioni devono essere interpretate con una certa cautela. Precedenti studi hanno evidenziato problemi psicologici, sostenendo che Vincent van Gogh soffrisse di una combinazione di diversi disturbi come la bipolarità e la personalità borderline, senza mai avere una diagnosi riportata dalla letteratura medica. Questo nuovo studio, tuttavia, esclude la possibilità di schizofrenia.

Per quanto riguarda l’ipotesi di aver sofferto di epilessia, il nuovo studio avanza che, probabilmente, van Gogh soffrisse di “epilessia mascherata” – non soffriva di convulsioni, quanto piuttosto di un disturbo comportamentale basato sull’attività epilettica nelle parti più profonde del cervello.

Nel caso dell’artista, l’attività epilettica potrebbe essere stata causata da un danno cerebrale dovuto al suo stile di vita. I fattori potrebbero essere stati l’abuso di alcol combinato con la malnutrizione, poco sonno e l’esaurimento mentale.

I nuovi risultati sono stati pubblicati sull’International Journal of Bipolar Disorders.

Ph. credit: Museo Van Gogh