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La scienza dei dati e l’analisi della rete sono state utilizzate da scienziati di cinque università per capire il successo dietro la saga di Game of Thrones. Lo studio mostra che il modo in cui sono organizzate le interazioni tra i personaggi della serie è simile al modo in cui gli umani mantengono relazioni e interagiscono nel mondo reale.

Inoltre, mentre i personaggi importanti vengono eliminati casualmente man mano che la storia viene raccontata, la cronologia sottostante non è poi così imprevedibile. E’ questa la conclusione riportata dall’Università di Warwick.

 

Lo studio

Il team di ricercatori ha scoperto che, nonostante più di duemila personaggi e più di 41mila interazioni tra loro, si tratta di una media di persone corrispondente a quella che possiamo incontrare nella vita reale.

Anche i personaggi più importanti hanno una media di sole 150 interazioni con altri personaggi. Secondo la famosa teoria del professor Robin Dunbar, dell’Università di Oxford, questo è lo stesso numero per il quale si è evoluto il cervello umano, cioè la maggior parte delle persone può mantenere relazioni significative solo con altre 150 persone circa.

Sebbene ci si possa aspettare che la coincidenza di motivi matematici porti a una sceneggiatura molto limitata, l’autore, George RR Martin, continua a tessere la storia, facendo apparire le morti casuali man mano che la narrazione si svolge.

Tuttavia, come mostrano i ricercatori, quando la sequenza cronologica viene ricostruita, si scopre che le morti non sono casuali. Invece, riflettono il modo in cui gli eventi ordinari vengono distribuiti alle attività umane non violente nel mondo reale.

Lo studio è stato pubblicato lunedì sulla rivista scientifica Proceedings of the National Academy of Sciences da un team di fisici, matematici e psicologi delle Università di Coventry, Warwick, Limerick, Cambridge e Oxford.