La Seconda Guerra Mondiale ha lasciato pesanti cicatrici in tutto il mondo. Profondi solchi scavati nelle città e nei cuori di tutti coloro che l’hanno vissuta. Tra gli eventi più tragici della guerra, vi è la bomba atomica sganciata il 6 agosto del 1945 sulla città di Hiroshima. Un evento che ha profondamente segnato la storia moderna ed il destino di quella guerra, infame come tutte le guerre.
Il terribile bilancio di Hiroshima
La bomba atomica ha lasciato dietro di se 60.175 morti immediati e più di 180 mila sfollati. In poco tempo il numero delle vittime, a causa delle radiazioni, è salito a 100 mila. Ed ancora oggi le conseguenze si fanno sentire, nel 2002, 57 anni dopo quel fatidico giorno si contavano circa 285 mila hibakusha, così vengono chiamate in Giappone le vittime delle radiazioni.
Una storia simbolo di questo triste evento è quella di Sadako Sasaki, una bimba che all’epoca aveva solo 2 anni. Vittima delle radiazioni Sadako affida il suo destino e quello di tutti i bimbi nella sua situazione ad un antica leggenda, quella delle Mille Gru di Carta.
Quel fatidico giorno Sadako non si trovava poi così lontano dal luogo dell’esplosione, miracolosamente il fratello la trova illesa nei pressi di un ponte e la bimba cresce apparentemente forte e sana. Si dedica allo sport e la sua passione è la bici e l’atletica.
Ma proprio dopo aver vinto un’importante gara ciclistica, nel 1954, quando Sadako aveva 11 anni, inizia a stare molto male. Il suo malessere non ha nulla a che fare con lo sforzo per la gara, né era un semplice raffreddore. Alla bimba viene diagnosticata una forma grave di leucemia, conseguenza delle radiazioni della bomba atomica.
Mille gru di carta per una speranza di pace e salute per tutti i bimbi del mondo: la storia di Sadako
Inizia così la storia di Sadako in ospedale che costruisce origami di gru con qualsiasi carta abbia a disposizione. In Giappone infatti c’è un’antica leggenda secondo la quale chi fosse riuscito a creare mille orizuru (origami a forma di gru), può esprimere un desiderio. Fu il fratello di Sadako, Chizuko, a parlarle di questa leggenda per cercare di infondere coraggio alla sorellina malata e fu lui stesso a realizzare per lei la prima.
Sadako allora inizia a creare le sue gru di carta, vuole arrivare a mille, deve farcela e lo farà non solo per lei, ma perché vuole porre fine alle sofferenze di tutte le vittime di quelle atrocità, a tutti quei bimbi che come lei non cresceranno mai. Sadako vuole tornare a gareggiare e vuole che possano farlo anche tutti i bimbi che sono nelle sue condizioni. Proprio come quel bimbo che conobbe in ospedale e che cercò di convincere a fare la stessa cosa, ma che le rispose “so che morirò stanotte”.
Sadako trascorse quattordici mesi in ospedale a fare gru di carta. Morì la mattina del 25 ottobre 1955, dopo aver realizzato, forse, le sue mille gru di carta. Secondo altre versioni invece sarebbe riuscita a completarne solo 644, mentre le restanti 356 sarebbero state aggiunte dai suoi amici. Ciò che sappiamo è che tutte le mille gru sono state sepolte con Sadako e ora riposano per sempre con lei.
La storia di Sadako è immortalata nella statua al Parco del Memoriale della Pace di Hiroshima, dove fu collocata nel 1958. Furono i bambini a chiedere che Sadako venisse ricordata per sempre in una lettera con una raccolta di firme. E furono accontentati. Sadako ora tende la sua gru di carta verso il cielo ed ai piedi della statua una targa recita:
“Questo è il tuo pianto. La nostra preghiera. Pace nel mondo”.