Abbiamo come visto la pandemia sta in un certo senso favorendo la natura e gli animali che la vivono. Molte specie si sono fatte strada in un territorio che prima era il regno degli umani mentre per molte settimane è diventato una landa di nessuno. Abbiamo ammirato e apprezzato questo cambiamento, ma gli scienziati hanno intravisto anche altro, l’antropausa.
Si tratta di un fenomeno coniato di recente mentre alcuni stanno chiamato l’evento come grande pausa. Sta colpendo gli animali ed è dovuto al rallentamento su grande scala dell’attività umana nel mondo.
Le parole degli esperti: “La priorità della società deve essere quella di affrontare l’immensa tragedia umana e le difficoltà causate da Covid-19. Ma non possiamo permetterci di perdere l’opportunità di tracciare, per la prima volta su scala globale, la misura in cui la moderna mobilità umana influenza la fauna selvatica.”
Antropausa e gli animali a rischio
Alcuni delle specie stanno soffrendo questo evento perché aveva imparato a convivere affianco alla civiltà umana, come dei parassiti in un certo senso. Un esempio sono i topi delle grande città che visto l’assenza dell’abbondanza di cibo tra le strade lasciato dagli umani, sono diventati più aggressivi.
Ma ci sono anche altri fenomeni come quelli del bracconaggio. I tentativi di difendere alcune specie stanno venendo meno a causa anche della crisi economica che la pandemia ha portato con sé.
Si tratta di un evento completamento nuovo e che gli scienziati vorrebbero studiare. Per farlo ci vorrebbe un’impresa titanica come tracciare moltissime esemplari di molte specie diverse. Riuscirci porterebbe agli scienziati dati unici, dati unici dovuti a una pandemia di proporzioni mai viste nell’era moderna.
“La ricerca coordinata globale sulla fauna selvatica durante l’antropausa fornirà contributi che vanno ben oltre l’informazione della scienza della conservazione, sfiderà l’umanità a riconsiderare il nostro futuro sulla Terra. Ci saranno opportunità impreviste per reinventare il modo in cui viviamo la nostra vita e per forgiare una convivenza reciprocamente vantaggiosa con altre specie.”