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L’insonnia è una brutta bestia, soprattutto se ce la si tira dietro per molto tempo. Riuscire a sconfiggerla può non essere affatto semplice, ma è necessario per poter tornare alla vita di tutti i giorni senza sentirti sempre affaticati o scontrosi. Di rimedi più o meno validi ce ne sono molti, ma un professore di storia statunitense ne ha suggerito uno particolare, ma che si basa su ragionamenti già visti su studi scientifici.

Secondo il professore, Roger Ekirch, sarebbe l’elettricità ad aver reso ancora più comune l’insonnia mentre prima era tutto diverso. Detto questo l’epoca vittoriana potrebbe essere quindi l’epoca migliore da prendere esempio in fatto di una sana dormita, ma probabilmente solo per questo e non per altro.

L’insonnia, il sonno bifasico e l’epoca vittoriana

In sostanza, in quest’epoca storica avevano fatto loro il principio del sonno bifasico che vuol dire dormire in due momenti distinti. All’epoca infatti, si andava a letto presto appena faceva buio. Si dormiva fino a cinque ore e poi ci si svegliava e si faceva qualche lavoretto in casa. Questo periodo durava un’ora e a seguire si tornava a dormire per altre due o tre ore.

Un sistema che si potrebbe prendere come esempio, ma rispettando alcune regole. Quando ci si sveglia per la pausa in mezzo alla seconda tranche di sonno, non bisogna assolutamente accedere i dispositivi come gli smartphone la cui luce blu può disturbare il sonno. Appena ci si sente stanchi di nuovo, si torna a dormire per arrivare a quelle fatidiche 8 ore che gli esperti consigliano.