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La medicina, per quanto sia evoluta, non può andare in soccorso ai pazienti affetti da una lunga serie di patologie. Soprattutto quando si parla di perdere un senso, le alternative sono veramente poche, zero quando è una perdita totale, come la cecità. Detto questo, la tecnologia corre da sempre affianco della medicina proponendo innovazioni quasi fantascientifica. È il caso dell’occhio bionico.

Questa tecnologia esiste già, ma ha effetti molto limitati. Un nuovo approccio sta però cambiando le carte in tavola. I ricercatori hanno scoperto la possibilità di imitare una struttura dell’occhio naturale che potrebbe portare alla costruzione di varianti bioniche in grado di essere una vera soluzione.

 

L’occhio bionico

Finora ci si basava su dei fotosensori che si metto su delle superficie piane che poi si piegano per essere messi su superfici curve. Facendo così, i fotosensori che si possono utilizzare sono molto pochi, per lo meno rispetto alla densità di quelli dell’occhio umano naturale. La nuova ispirazione permetterebbe di mettere i sensori direttamente su una superficie curva, come l’occhio, così da risparmiare lo spazio inutilizzato che si crea quando si piega la superficie piana.

Le parole dei ricercatori: “Il mimetismo strutturale dell’occhio artificiale di Gu e colleghi è certamente impressionante, ma ciò che lo distingue davvero dai dispositivi precedentemente segnalati è che molte delle sue capacità sensoriali si confrontano favorevolmente con quelle della sua controparte naturale.”

Il passaggio successivo e più critico è quello di cablare i fotosensori con connessioni metalliche liquide. Quest’ultime sono troppo grandi per permettere di collegare più sensori alla volta e questo inficia sulla qualità generale. Anche in questo si pensa già a come fare, con dei campi magnetici.