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Tutti noi abbiamo presente le scene che erano avvenute all‘inizio della quarantena in Italia. Gente che cantava e ballava dai proprio balconi da nord a sud del paese, un qualcosa che si è poi ripetuto anche all’estero. Può essere che in quest’occasione abbiano preso spunto da noi, ma in realtà è un qualcosa che è sempre accaduto, anche in passato.

Possiamo andare indietro di secoli e troveremo le stesse situazioni, con tutte le differenze del caso ovviamente. Basti pensare alla peste a Milano nel 1576. Già veniva descritto come in giro per le strade non si vedeva nessun, ma al tempo stesso si poteva sentire la gente cantare in tutta la città. Ci sono le testimonianze scritte, ma come detto, si può tornare ancora più indietro nel tempo.

 

Coronavirus e musica

Anche nel VII secolo a Sparta si è usato la musica per cercare di superare un periodo particolarmente difficile che aveva a che fare sempre con la peste. I leader al tempo della città chiesero al poeta Thaletus di cantare diversi inni. Non solo nell’Antica Grecia, ma anche Egitto e Babilonia.

Tornando un po’ più avanti nel tempo, la corte di Enrico VIII. Il monarca, famoso per ben altre storie, scelse addirittura un organista da portarsi in quarantena; considerando che scelse solo cinque persone, la musica per anche lui significa molto. In sostanza, in qualunque periodo della nostra storia, la musica è lì per supportarci e darci conforto. Un bene prezioso e necessario, una parola che va di moda in questo momento.