Numerosi parchi nazionali africani stanno temporaneamente chiudendo per proteggere i loro gorilla e altri primati dalla pandemia di Covid-19. Il parco nazionale Virunga, nella Repubblica Democratica del Congo, sede di alcuni degli ultimi gorilla di montagna del mondo, è uno di questi casi.
La scorsa settimana, il parco ha rilasciato una dichiarazione in cui afferma di aver seguito il consiglio degli scienziati, i quali ritengono che “i primati sono sensibili alle complicazioni di Covid-19“.
Un altro esempio è stato quello dell’Agenzia nazionale per i parchi nazionali in Gabon, il cui vasto sistema di parchi ospita migliaia di gorilla occidentali. All’inizio di questo mese, questa autorità ha annunciato che avrebbe preso provvedimenti, dal momento che “i virus respiratori che colpiscono gli esseri umani sono facilmente trasmessi ai primati“.
Con preoccupazioni simili, anche il Ruanda sta sospendendo il turismo nel paese e sta terminando le attività di ricerca in tre parchi nazionali che ospitano gorilla e scimpanzé. Non è stato riscontrato alcun caso di un primate che ha contratto il nuovo coronavirus (SARS-CoV2). Tuttavia, è noto che i gorilla e altri primati possono “prendere un raffreddore” e altre malattie respiratorie nell’uomo.
Un rischio non trascurabile
Nel 2008, uno studio scientifico ha scoperto “la prima prova diretta della trasmissione del virus dall’uomo alle scimmie selvatiche” (in questo caso, Paramyxoviridae) e ha concluso che la trasmissione della malattia potrebbe contribuire al grande declino di questi animali.
Al momento, gli scienziati del Wuhan Institute of Virology, in Cina, stanno già infettando le scimmie rhesus con il nuovo coronavirus, nel tentativo di comprendere meglio il virus e la sua infezione. I ricercatori hanno scoperto che questi animali sviluppano una “malattia respiratoria lieve“, sebbene l’articolo scientifico debba ancora essere sottoposto a revisione tra pari.
La scorsa settimana, l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha avvertito che la pandemia si sta sviluppando “estremamente velocemente” nel continente africano.