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In periodi che a questo punto della situazione potremmo definire normali, le principali notizie che riguardano le Ong erano legate all’aiuto ai migranti. Un aiuto che gli viene dato perché si vogliono evitare le stragi in mare, ma che in molti vedono come un mero favoreggiamento all’immigrazione. Una visione distorta nata da una cavalcata a livello politico e mediatico. Nonostante questo odio riservato su di loro, ecco che sono comunque scese in campo per aiutarci in un momento di difficoltà.

Emergency, Medici Senza Frontiere, Action Aid e tante altre ancora si sono mosse per aiutare il sistema sanitario italiano quasi al collasso, ma anche la popolazione. Un aiuto che non sta venendo praticamente pubblicizzato tanto che sembra che non stiano facendo niente. Non è così.

 

L’aiuto delle Ong durante il coronavirus

L’aiuto da parte di queste Ong si è presentato sotto diversi forme. In alcuni casi è stato donato cibo e farmaci ai malati in quarantena, soprattutto a quelle persone che sono più a rischio e c’è la maggior possibilità che siano isolati quindi con ancora meno possibilità di procurarsi questi bene, gli over 65.

Nel caso di Medici Senza Frontiere c’è stato un impegno diretto. Medici, infermieri ed esperti di igiene sono stati mobilitati a Codogno, uno dei focolai di questa epidemia in Italia. Questa forza lavoro è stata messa a disposizione della sanità italiana, un aiuto indispensabile.

Un altro tipo di aiuto è arrivato in forma digitale. Action Aid ha creato un luogo digitale, una piattaforma che è diventata uno spazio accessibile, interattivo e aggiornato. Un aiuto più concreto, non che quest’ultimo non sia sentito da molti, sono i 24 ventilatori polmonari arrivati da Hope per la Lombardia. In sostanza, le Ong ci stanno aiutando, ma nessuno ne parla.