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Chris Cassidy è uno degli astronauti che dovrebbe decollare dal Kazakistan con destinazione la Stazione Spaziale Internazionale. La permanenza prevista è di sei mesi, ma c’è un problema. Anche se si trova già in Russia nella fase cosiddetta pre-volo e in quarantena, a causa dell’attuale pandemia da Coronavirus aveva rischiato di non partire. Sarebbero bastati pochi giorni di ritardo e la situazione sarebbe potuta essere un’altra.

L’uomo si trovava già in quarantena, un processo che avviene a prescindere prima di andare sulla Stazione Spaziale Intenzionale, un luogo chiuso al cui interno sarebbe meglio non portare nessun agente patogeno extra rispetto a già quelli che ci entrano. Attualmente non si sa se il lancio avverrà come previsto, il 9 aprile in compagnia di altri due astronauti russi.

Detto questo, le misure sono state più stringenti del solito, una sorta di doppia quarantena data dalla sua e quella delle altre persone che stavano seguendo le indicazioni dei vari governi. Come tutto il mondo deve fare i conti con tale situazione, anche le missioni spaziali subiranno ritardi.

 

Coronavirus e spazio

Per esempio, la NASA è stata costretta a obbligare tutti i suoi dipendenti di uno dei vari centri a lavorare da casa. Una soluzione che è stata presa dopo che un primo individuo  è stato confermato essere positivo al coronavirus. Ovviamente alcune parti di lavoro potranno essere portate avanti senza problemi da casa, ma non tutto. Questo per dire che attualmente quasi niente è rimasto immune da una pandemia che fino a poche settimane fa si stava prendendo sotto gamba a livello globale.