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Uno dei desideri che molte persone hanno durante la loro infanzia è quello di diventare un astronauta. Sebbene questo desiderio stia diminuendo di intensità con il passare del tempo e pochissime persone riescono a realizzarlo, rimane comunque uno degli obiettivi dei bambini.

Tuttavia, la NASA sta per riconquistare quel sogno che, per molte persone, è la linfa della propria vita. Alcuni giorni fa, infatti, l’agenzia spaziale ha annunciato che aprirà la Stazione Spaziale Internazionale (ISS) a nuove opportunità di business, consentendo ai turisti e ad aziende di raggiungerla.

A questo proposito, il vicedirettore della stazione spaziale, Robyn Gatens, ha affermato che due brevi missioni all’anno saranno autorizzate e che un totale di dodici astronauti privati ​​potrebbero viaggiare alla volta proprio della ISS.

 

Un desiderio che si realizza

Questo annuncio espande le possibilità per alcune persone di vivere un’avventura come turisti spaziali, anche se diventarne uno non è affatto economico, poiché una notte sull’ISS costerebbe circa 35.000 dollari.

Secondo l’annuncio della NASA, ogni astronauta privato può trascorrere fino a 30 giorni e notti sulla Stazione Spaziale Internazionale con tutti i servizi, cioè il soggiorno in orbita, cibo, acqua e l’intero sistema di supporto vitale. Vale a dire, se vuoi contemplare il pianeta Terra dallo spazio per un mese intero, dovresti risparmiare un po’ più di un milione di dollari per realizzare quel sogno. E sebbene sia una quantità di denaro incredibile, non può essere messo a confronto con i 20 milioni di dollari pagati nel 2001 dall’americano Dennis Tito, considerato il primo turista spaziale della storia.

Jeff DeWitt, direttore finanziario della NASA, ha dichiarato che l’apertura della stazione ha l’obiettivo di creare opportunità commerciali per finanziare futuri progetti di esplorazione, come il ritorno sulla Luna o il primo viaggio nello spazio umano per Marte.

Va notato che la ISS non è esclusiva della NASA, poiché è un progetto congiunto avviato con la Russia nel 1998 e altri Paesi, che inviano i propri astronauti, sebbene gli Stati Uniti posseggano e controllino la maggior parte dei moduli.