Il Sole morirà e soffocherà la Terra con la sua stessa “agonia”. L’ingegnere spaziale Matteo Ceriotti sostiene che, per sfuggire a questo terrore, l’umanità potrebbe spingere l’orbita della Terra a una distanza di sicurezza e, quindi, sfuggire indenne da questo evento catastrofico.
Nel film di fantascienza The Wandering Earth, disponibile su Netflix, l’umanità cerca di cambiare l’orbita della Terra per sfuggire al Sole in espansione ed evitare una collisione con Giove in tal modo. Questo scenario potrebbe un giorno diventare realtà, almeno secondo Matteo Ceriotti, ingegnere spaziale dell’Università di Glasgow in Scozia.
Dal cinema alla realtà
Tra cinque miliardi di anni, il Sole inizierà a morire, espandendosi ad una velocità estrema, tormentando la Terra. Per sfuggire a questa distruzione cosmica, gli umani dovranno pensare in anticipo al piano B.
La migliore scommessa dell’umanità è quella di migrare su un altro pianeta. Tuttavia, con una pianificazione sufficiente, Ceriotti crede che potrebbe essere possibile spingere l’orbita terrestre intorno al Sole a una distanza di sicurezza dove l’esplosione non ci raggiungerà.
La tecnologia di viaggio spaziale sta “esplodendo” negli ultimi anni e gli scienziati si aspettano che migliorerà considerevolmente nei prossimi. Ancora, il ricercatore ha analizzato i numeri in base allo standard attuale e ha concluso che per aumentare il nostro pianeta entro l’orbita di Marte, l’umanità avrebbe bisogno di estrarre l’85% della massa del pianeta per costruire razzi sufficienti (300 miliardi) per spingere il restante 15% nell’orbita del pianeta rosso.
Lo scienziato ha spiegato che la scienza ha esplorato varie tecniche per spostare piccoli corpi, come gli asteroidi, dalla sua orbita per proteggere il nostro pianeta dai possibili impatti. Alcune di queste tecniche sono basate su un’azione impulsiva e spesso distruttiva: un’esplosione nucleare vicino o persino sulla superficie dell’asteroide – una soluzione che non funzionerebbe nel caso della Terra.
Altre tecniche implicano una spinta regolare e continua per un lungo periodo di tempo, fornita da una sorta di rimorchiatore ancorato sulla superficie del corpo celeste o da un veicolo spaziale che si libra vicino ad esso. Questa soluzione non può essere applicata anche al nostro pianeta, dal momento che la sua massa è enorme, rispetto ai più grandi asteroidi.
In effetti, stiamo già spostando l’orbita della Terra: quando lanciamo una sonda verso un altro pianeta, essa trasmette un piccolo impulso che spinge il nostro pianeta nella direzione opposta. Fortunatamente (o sfortunatamente) questo effetto è molto piccolo.
Così, Matteo Ceriotti sostiene che il Falcon Heavy di SpaceX sia il veicolo di lancio più capace che attualmente abbiamo a disposizione per questo scopo, ma non sarebbe sufficiente. Ceriotti ha sostenuto che i propulsori laser sarebbero più efficaci dei propulsori di Falcon Heavy, ma non esistono nemmeno. Quindi, almeno per ora, la soluzione più realistica è trovare un nuovo pianeta su cui vivere.