Partiamo col dire che si tratta di un’affermazione legata alla vendita dell’applicazione in sé, e delle società che ci stava dietro, più che ad una violazione diretta della privacy degli utenti. Le parole di Brian Acton, il suddetto co-fondatore di WhatsApp, sono state dette proprio in merito all’acquisizione da parte di Facebook. Era il lontano 2014 e l’operazione è costata 19 miliardi di dollari, ma se chiedete a quest’uomo in realtà è costata molto di più.
“Ho venduto la privacy dei miei utenti a un beneficio maggiore. Ho fatto una scelta e un compromesso e ci vivo ogni giorno.” Queste sono le sue parole rilasciate ad un intervista a Forbes. Non si tratta comunque della prima volta che Acton parla di così di quello che è avvenuto quattro anni fa. L’ultima volta era stata allo scoppio dello scandalo Cambridge Analytica su Facebook.
Il mostro che risucchia tutto
In ogni caso, sono sempre di più le figure di spicco che stanno lasciando il social network, e non come utenti, ma proprio come dirigenti e collaboratori. Oltre al co-fondatore di WhatsApp, che aveva lasciato nel 2017, ieri è stato il turno dei fondatori di Instagram, un’altra applicazione inglobata dalla piattaforma legata a Facebook. Il motivo ufficiale non è ancora stato dato anche se alcune fonti parlano di screzi con Zuckerberg.
In ogni caso, quest’anno il social network è stato più volte colpito da scandali e problemi e questo dopo che alla fine del 2017 si erano ripromessi di migliorare sotto molti aspetti. Tra quelli più problematici c’è proprio il problema della privacy e quello delle Fake News. Quest’ultimo, dopo i recenti scandali, sembra quasi essere passato in secondo piano, ma non è così. Facebook continua a combattere tale piega, ma nel frattempo deve anche cercare di tenere in piedi la baracca.