
Inviare messaggi di testo con un punto alla fine è deleterio. E’ contro natura e non è indice di buona educazione. Lo conferma un gruppo di ricerca della Binghamton University, che ha scoperto come i messaggi di testo che termina con il punto finale sia percepito come poco sincero e non gradevole.
Il rovescio della medaglia sono i testi che terminano con un punto esclamativo. Questi, infatti, sono considerati sinceri e più profondi. Sì: i punti fermi al termine dei messaggi di testo dimostrano di essere una esclusiva per chi proprio voglia ignorare le regole della buona condotta.
Secondo l’autore della ricerca Celia Klin, tale percezione è soggetta all’interpretazione di ciascuno di noi. “Inviare messaggi di testo implica la mancanza di molti dei segnali sociali utilizzati nelle attuali conversazioni faccia a faccia“, ha spiegato Klin. “Quando si parla, le persone facilmente trasmettono informazioni sociali ed emotive con lo sguardo degli occhi, le espressioni facciali, il tono della voce, le pause e così via. La gente, ovviamente, non può utilizzare questi meccanismi quando invia un sms. Così, ha senso che i texters si basino su ciò che hanno a loro disposizione – emoticons, errori di ortografia intenzionali che imitano suoni del linguaggio e, secondo i nostri dati, la punteggiatura”.
Con messaggi di testo, uno dei metodi più frequentemente utilizzati per la “comunicazione mediata dal computer” è, probabilmente, la sfumatura di utilizzo della punteggiatura. In realtà, è probabilmente il momento in cui siamo più “insensibili” a livello generale. Chi lascia un messaggio in segreteria dovrebbe avere a che fare con sei settimane di duro lavoro per prepararlo ben bene. Chiunque risponda ad un messaggio più lungo di 20 parole con un’unica “k” deve essere immediatamente espulso dalla lista degli amici.
Tutto questo è stupefacente. La tecnologia cambia la vita. Ma, come tale, dobbiamo “raddrizzarla” secondo le regole della comunicazione, quella che ci avvicina e non ci allontana. L’unica cosa che ci impedisce di evolverci siamo noi stessi.