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Foto di J M su Unsplash

Per millenni l’uomo si curato usando erbe e piante, ma con il progredire della scienza si è passati a composti naturali. Al giorno d’oggi sarebbe stupido provare a curarsi utilizzando soltanto rimedi naturali, ma anche è vero, parzialmente, il contrario. Integrare elementi naturali oltre ai farmaci, sempre che non vadano in conflitto, può aiutare. Per esempio nuovi studi hanno evidenziato come il rosmarino può aiutare in modo concreto il cervello, anche quando si parla di Alzheimer.

Precedenti studi hanno visto come il rosmarino sia in grado di migliorare le capacità di memoria, una credenza che esiste fin dai tempi dei romani. Questa capacità è legata al miglioramento della circolazione sanguigna anche nel cervello aiutando quindi a trasportare più ossigeno e nutrienti. In aggiunta a questo può anche abbassare lo stress, tutto insieme può aiutare proprio con la memoria andando anche a ridurre il rischio di sviluppare il morbo di Alzheimer.

 

Gli effetti del rosmarino sul cervello

Tra i compisti del rosmarino ce ne sono alcuni in grado di legarsi ad alcuni neurotrasmettitori presenti nel cervello e uno di questi è l’1,8-Cineole. La capacità di quest’ultimo è prevenire la rottura di una molecola nel cervello, l’acetilcolina, che ha un ruolo fondamentale per la memoria e anche l’apprendimento. In sostanza, la suddetta pianta può aiutare le capacità cognitive agendo su più fronti.

Dalle molecole naturali si può imparare molto fino a creare molecole artificiali con lo stesso principio, ma più efficaci. Quest’anno è stata creata una versione stabile di elemento chiamato Diacca che può interagire specificamente con le parte infiammate del cervello andando a mitigare la condizione riducendo il rischio di tossicità.