
Hai mai guardato un’opera di Kandinsky o Pollock e pensato: “Cosa sto guardando, esattamente?”. Se ti è capitato, sappi che non sei solo. Ma ciò che accade nel tuo cervello mentre osservi un quadro astratto è tutt’altro che casuale.
Un nuovo studio pubblicato sulla rivista PNAS (Proceedings of the National Academy of Sciences) ha analizzato l’attività cerebrale di 59 persone mentre osservavano arte astratta e figurativa. Il risultato? L’arte astratta attiva le aree del cervello legate a memoria, immaginazione e pensiero personale, rendendo l’esperienza fortemente soggettiva.
Il cervello “vede” la stessa cosa, ma la interpreta in modo diverso
Quando guardiamo un’opera d’arte, l’informazione visiva passa dall’occhio alla corteccia visiva, dove viene elaborata. Ma è nelle regioni superiori del cervello, come la rete in modalità predefinita (default mode network), che si costruisce il senso personale di ciò che vediamo.
“I partecipanti vedevano le stesse forme e colori, ma il loro cervello li interpretava in modi molto diversi,” spiegano i ricercatori.
Ecco perché alcune persone si emozionano davanti a un’opera astratta, mentre altre restano indifferenti: ognuno di noi proietta ricordi, emozioni e significati personali sul dipinto. È il principio noto come Beholder’s Share: l’opera viene completata dall’osservatore.
Perché l’arte astratta ci coinvolge così tanto?
Lo studio dimostra che le opere astratte stimolano più associazioni personali rispetto a quelle figurative. In altre parole, il nostro cervello lavora di più per trovare un significato in ciò che non è immediatamente riconoscibile.
Questa ambiguità visiva richiede uno sforzo cognitivo che attiva aree coinvolte nella riflessione personale, nella memoria autobiografica e nella fantasia.
L’arte fa bene al cervello (davvero)
La ricerca non si ferma qui. Diversi studi dimostrano che osservare l’arte ha benefici concreti:
- Riduce lo stress: un esperimento ha mostrato che i livelli di cortisolo (l’ormone dello stress) calano dopo una visita a una galleria d’arte.
- Favorisce la salute mentale: per questo l’arte astratta è spesso usata in terapie contro ansia, depressione e disturbo post-traumatico.
- Stimola la memoria e la creatività: vedere arte attiva i circuiti della curiosità, facilitando l’apprendimento e la rielaborazione emotiva.
Arte e neuroscienze: due linguaggi per esplorare il mondo
In fondo, arte e scienza condividono un obiettivo comune: comprendere il funzionamento della mente umana.
Se l’arte lo fa evocando emozioni e riflessioni, la scienza cerca risposte con strumenti e dati.
Questa nuova ricerca getta luce su una verità spesso intuita ma ora supportata dai fatti: non esistono due sguardi uguali sull’arte, e proprio questo la rende così potente.
L’arte astratta non è “confusa” o “senza senso” come a volte si dice. È uno specchio del nostro mondo interiore, capace di attivare le parti più profonde del nostro cervello.
Quindi la prossima volta che ti trovi davanti a un quadro astratto, lascia che la mente vaghi: quello che vedi dice molto più su di te che sull’opera stessa.