
Il volto può dire molto più di mille parole. Negli ospedali, nei racconti medici antichi e moderni, esiste un’espressione precisa per descrivere il volto di chi si avvicina alla morte: facies hippocratica, o facies ippocratica. Prende il nome da Ippocrate, il padre della medicina occidentale, che già nel V secolo a.C. aveva descritto con attenzione i segni facciali del morente.
Nel corso dei secoli, medici e osservatori hanno imparato a leggere questi segnali con attenzione. E negli ultimi giorni, molti — medici, giornalisti e fedeli — hanno notato sul volto di Papa Francesco una stanchezza inedita, un’espressione diversa dal solito. Da qui, la domanda: può essere quella la facies ippocratica?
Cos’è la facies ippocratica?
La facies ippocratica è l’aspetto tipico del volto di una persona che si trova in uno stato di estrema debilitazione o prossimità alla morte. Si riconosce da alcuni tratti specifici:
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occhi infossati e spenti
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pelle cerea o grigiastra
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naso affilato
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guance scavate
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labbra secche, con tensione dei muscoli facciali
È un segno clinico, non solo poetico o spirituale. Rappresenta la perdita di tono muscolare e l’impoverimento energetico del corpo. Ma è anche, in modo più profondo, la manifestazione visibile di un sistema che sta cedendo.
Il volto di Papa Francesco: affaticamento o presagio?
Nell’ipotesi (del tutto immaginaria o non ancora confermata) di una visibile trasformazione nel volto del pontefice il giorno prima della sua morte, è possibile che alcuni abbiano interpretato quell’espressione come una facies ippocratica. Gli occhi più esperti, magari tra medici e infermieri che hanno assistito a centinaia di ultimi respiri, riconoscono in quel volto qualcosa che parla oltre la parola.
Ma attenzione: non ogni volto stanco è un volto morente. L’età, la fatica, la malattia possono modificare temporaneamente i lineamenti, senza indicare un imminente decesso. Solo in presenza di un quadro clinico chiaro, la facies ippocratica diventa un segnale affidabile.
Un simbolo che tocca il cuore dei fedeli
Nel caso di una figura carismatica e spirituale come un Papa, l’immagine del volto cambia significato. Non è solo un dato clinico: è anche un’immagine pubblica, che si carica di emozioni, simbolismi e speranze. Vedere il volto di Francesco segnato, affaticato, quasi profetico, può colpire nel profondo. Per molti, è il volto della fragilità umana, della fede messa alla prova, della dedizione fino all’ultimo respiro.
Quando la medicina incontra il mistero
Anche se la medicina ha dato un nome alla facies ippocratica, rimane un’esperienza profondamente umana, e spesso spirituale. Il volto che cambia prima della morte può dire qualcosa che va oltre la scienza: è l’addio del corpo, ma anche un messaggio di presenza, di amore, di passaggio.
Per questo, guardare il volto di chi sta per lasciarci — che sia il volto di un pontefice o quello di una persona amata — è un gesto di ascolto profondo. Forse il più antico e sacro che conosciamo.