guinea-bissau
Foto di Javier Rejon su Unsplash

Nel cuore della Guinea-Bissau, il passato rivive attraverso un’insolita collaborazione tra archeologi e griot, i tradizionali narratori dell’Africa occidentale. Il loro obiettivo? Ricostruire la storia del regno di Kaabu, una potenza regionale che prosperò tra il XV e il XIX secolo, estendendosi fino al Senegal e al Gambia.

A Kansala, l’antica capitale di Kaabu, nuove scoperte archeologiche stanno confermando le leggende tramandate oralmente per secoli. Gli scavi, condotti dal Consiglio nazionale delle ricerche spagnolo, stanno portando alla luce manufatti che testimoniano gli scambi con gli europei, tra cui bottiglie di gin olandesi.

La guerra del Kansala e la caduta di Kaabu

Le ricerche stanno anche facendo luce su uno degli eventi più drammatici della storia del regno: la sua caduta, avvenuta intorno al 1867. Secondo i racconti, durante un lungo assedio, l’ultimo sovrano di Kaabu scelse di far esplodere i depositi di polvere da sparo piuttosto che arrendersi ai Fula, protagonisti di una guerra di religione nota come guerra del Kansala.

Le prove archeologiche recentemente scoperte sembrano confermare la veridicità di questa drammatica conclusione, unendo storia e memoria collettiva.

I griot e il potere della musica

Da secoli, i griot conservano la memoria storica del regno attraverso racconti e canzoni eseguite con la kora, un antico strumento a corde. Questa tradizione orale ha mantenuto viva l’identità culturale della regione, permettendo di tramandare storie altrimenti dimenticate.

Tra coloro che portano avanti questo patrimonio c’è Nino Galissa, musicista e discendente dei griot di Kaabu. La sua ultima canzone, ispirata alle recenti scoperte archeologiche, rappresenta un ponte tra il sapere tradizionale e le evidenze scientifiche.

“I griot l’hanno sempre cantata, ma ora sappiamo che era vera”,

afferma Galissa, dimostrando ancora una volta come la musica possa rivelarsi un potente strumento di memoria e verità storica.