
La CTE, o encefalopatia traumatica cronica, è una patologia neurodegenerativa progressiva causata da ripetuti traumi cranici. Questa condizione è stata osservata principalmente in atleti che praticano sport di contatto come il football americano, il pugilato e il rugby, ma può colpire anche militari esposti a esplosioni e persone coinvolte in incidenti ripetuti. La CTE può manifestarsi anni o addirittura decenni dopo l’ultima lesione, rendendo difficile la sua diagnosi precoce.
La CTE è stata definita per la prima volta nel 1949 dal neurologo Dr. MacDonald Critchley, ma ci sono ancora molte cose che gli scienziati non sanno al riguardo. Ad esempio, non è chiaro come diagnosticare la malattia nei pazienti viventi, o se determinati fattori ambientali o genetici aumentino il rischio che una persona la sviluppi.
CTE, la malattia silenziosa dei traumi cranici ripetuti
I sintomi della CTE possono variare ampiamente da persona a persona, ma includono spesso problemi di memoria, cambiamenti nella personalità, depressione, ansia, impulsi aggressivi e difficoltà di coordinazione. Nei casi più avanzati, la CTE può portare a demenza, comportamento suicidario e gravi disfunzioni cognitive. Poiché i sintomi progrediscono lentamente, la malattia può essere inizialmente confusa con altre condizioni neurodegenerative come l’Alzheimer o il Parkinson.
Attualmente, la CTE può essere diagnosticata con certezza solo post mortem, attraverso l’analisi del tessuto cerebrale. Tuttavia, i ricercatori stanno lavorando per sviluppare metodi diagnostici non invasivi, come biomarcatori nel sangue o nel liquido cerebrospinale, oltre a tecniche di imaging avanzate come la PET e la risonanza magnetica per identificare precocemente i segni della malattia.
Non esiste ancora una cura per la CTE, quindi il trattamento si concentra sulla gestione dei sintomi e sul miglioramento della qualità della vita. Strategie terapeutiche includono l’uso di farmaci per trattare la depressione e l’ansia, programmi di terapia cognitiva per migliorare la memoria e il funzionamento quotidiano, e modifiche dello stile di vita per ridurre lo stress e migliorare il benessere generale.
L’uso di nuove tecnologie per identificare precocemente i segni della malattia
La prevenzione è fondamentale per ridurre il rischio di sviluppare la CTE. L’uso di attrezzature di protezione adeguate, il rispetto delle normative di sicurezza negli sport di contatto e la limitazione del numero di colpi alla testa durante gli allenamenti sono misure essenziali. Inoltre, una maggiore consapevolezza dei sintomi iniziali può aiutare gli atleti e le loro famiglie a cercare aiuto medico tempestivo.
La ricerca sulla CTE è in continua evoluzione, con l’obiettivo di comprendere meglio i meccanismi della malattia e sviluppare terapie efficaci. Studi recenti stanno esplorando il ruolo della genetica nella suscettibilità alla CTE e l’uso di nuove tecnologie per identificare precocemente i segni della malattia. Inoltre, iniziative educative e regolamentazioni sportive mirano a ridurre l’incidenza di traumi cranici ripetuti.
La CTE rappresenta una sfida significativa per la salute pubblica, in particolare tra gli atleti e i militari. La consapevolezza, la prevenzione e la ricerca continua sono fondamentali per affrontare questa condizione debilitante. Con il progredire delle conoscenze scientifiche, si spera di poter offrire diagnosi precoci e trattamenti più efficaci per coloro che sono a rischio.