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Foto di Amanda Dalbjörn su Unsplash

Una condizione di demenza è sostanzialmente intrattabile fino a farla scomparire, ma si può mitigare l’aggravarsi dei sintomi. Prima viene effettuata diagnosi e prima su può agire e allungare gli anni di vita senza sintomi debilitanti. Se da un lato la ricerca mirata a trovare delle cure non sta riuscendo a raggiungere i propri obiettivi, dall’altro lato sta effettivamente migliorando la capacità di anticipare i tempi di una diagnosi.

Una nuova ricerca ha raggiunto il punto di riuscire a diagnosticare, teoricamente, una condizione di demenza 12 anni prima in media rispetto alle normali metodologie. Nello specifico è stata trovata una perdita importante visiva con largo anticipo. Per ora lo studio si è basato su un campione di mede dimensioni, oltre 8.500 individui. Di questo gruppo, oltre 500 sono arrivati a una effettiva diagnosi.

 

Anticipare una diagnosi di demenza

Questo collegamento tra demenza e perdita visiva non è più di tanto una sorpresa. Può risultare un indicatore precoce per questo tipo di diagnosi in quanto le placche amiloidi tossiche che si accumulano nel cervello possono colpire zone specifiche legate al senso della vista. In generale si parla di una lentezza nel distinguere forme e soprattutto a distinguere i contorni. Un altro problema può essere il riconoscimento dei volti.

Le parole dei ricercatori: “Nonostante queste entusiasmanti scoperte, il trattamento dei problemi di memoria tramite movimenti oculari deliberati nelle persone anziane non è stato ancora fatto molto. Inoltre, l’uso di deficit nei movimenti oculari come diagnosi non è una caratteristica regolare. Finché non saranno disponibili eye tracker più economici e facili da usare, l’uso dei movimenti oculari come strumento diagnostico demenza e Alzheimer in fase iniziale non sarà possibile al di fuori del laboratorio.”