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Foto di Annette da Pixabay

La riflessione delle onde luminose e sonore nello spazio è un concetto ben noto: quando una luce colpisce uno specchio o un suono rimbalza su una parete, cambia direzione. Tuttavia, la riflessione nel tempo, prevista dalla meccanica quantistica, è rimasta a lungo solo un’ipotesi.

Gli scienziati sapevano che per osservarla sarebbe stata necessaria una variazione estremamente rapida e uniforme del campo elettromagnetico, un’impresa considerata quasi impossibile a causa dell’energia richiesta.

L’esperimento che ha cambiato tutto

Un team di ricercatori del CUNY Advanced Science Research Center di New York ha trovato un modo innovativo per superare questa barriera. Utilizzando un metamateriale ingegnerizzato, hanno creato una superficie composta da una striscia di metallo interrotta da switch elettronici collegati a condensatori di riserva.

Quando questi switch venivano attivati, l’impedenza della striscia raddoppiava improvvisamente, creando le condizioni perfette per generare riflessioni temporali. Il risultato? Un segnale che rimbalzava nel tempo, registrando una copia speculare della sua versione originale.

Lo studio, pubblicato su Nature Physics, segna un punto di svolta nella comprensione delle interazioni delle onde elettromagnetiche.

Come funziona la riflessione temporale?

A differenza della riflessione spaziale, dove un’immagine si ribalta in modo simmetrico, la riflessione temporale agisce invertendo la sequenza degli eventi.

I ricercatori spiegano che, se si potesse osservare uno specchio temporale, invece del proprio volto si vedrebbe la schiena. In termini acustici, sarebbe come ascoltare una registrazione che viene riavvolta velocemente, con toni più acuti.

Se il fenomeno fosse percepibile nel visibile, si vedrebbe un cambiamento improvviso dei colori della luce, ad esempio il rosso che diventa verde.

Le possibili applicazioni della scoperta

Perché è così importante confermare la riflessione temporale? La scoperta potrebbe avere un impatto significativo in vari settori:

  • Telecomunicazioni avanzate: potrebbe migliorare le trasmissioni wireless, riducendo le interferenze e aumentando l’efficienza dei segnali.
  • Elaborazione dei segnali: la capacità di manipolare le onde elettromagnetiche in modo più preciso potrebbe rivoluzionare il calcolo a bassa potenza e i dispositivi elettronici.
  • Fisica teorica: offre una nuova prospettiva sulla natura del tempo e delle onde elettromagnetiche, con possibili implicazioni per la meccanica quantistica.

“È stato incredibilmente emozionante osservare questo fenomeno controintuitivo, previsto da tempo ma mai dimostrato sperimentalmente”, ha dichiarato Andrea Alù, direttore della Photonics Initiative del CUNY ASRC e autore principale dello studio.

Con questa scoperta, gli scienziati non solo confermano un principio fondamentale della fisica teorica, ma aprono la strada a nuove tecnologie che potrebbero cambiare il nostro modo di comunicare e interagire con il mondo digitale.

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