
La demenza la si può considerare una condizione più che una patologia, un declino cognitivo importante che interessa il cervello. Certo si può dire che ci sono diverse malattie che cadono in questo cappello, come il morbo di Alzheimer. Non c’è una cura e ci sono giusto dei trattamenti in grado di rallentarne il discorso. Un nuovo studio di Cambridge però ha scoperto che ci sono in realtà farmaci comuni, come spesso capita, con una possibile ridurre il rischio di sviluppare la condizione.
Analizzando i dati clinici di 130 milioni di persone tra cui 10 milioni con un’effettiva diagnosi di demenza, si è visto come l’uso di determinati antibiotici, antivirali e farmaci antifiammatori portavano con sé un ridotto rischio di andare in contro proprio a un declino cognitivo del genere. Un altro collegamento non ignorabile è stato fatto con il vaccino contro l’epatite A, il tifo e la difterite.
Demenza: farmaci per ridurre il rischio
Il beneficio in questo senso contro la demenza è che tutti questi farmaci sono in grado di ridurre un danno che infezioni virali e o batteriche possono portare al cervello, come molti studi in precedenza hanno sostenuto. Il problema sta nella risposta del sistema immunitario che può portare anche a un danno all’organo stesso.
Questi nuovi collegamenti non portano a un beneficio concreto, ma portano la comunità scientifica verso una strada promettente, quella del possibile danno dell’infiammazione al cervello. Poter sviluppare sistemi in cui tenere sotto controllo più efficacemente questa protezione naturale del corpo può di fatto aiutare contro la demenza in generale, ma anche patologie specifiche con il morbo di Alzheimer.