
Una nuova ricerca suggerisce che i microbi intestinali potrebbero aver giocato un ruolo chiave nell’evoluzione delle dimensioni del cervello umano. Questo studio, condotto dalla Northwestern University e pubblicato sulla rivista scientifica Microbial Genomics, rivela che i batteri presenti nell’intestino potrebbero aver influenzato lo sviluppo cerebrale fornendo maggiore energia al corpo.
L’esperimento sui topi
Per verificare questa ipotesi, i ricercatori hanno effettuato un esperimento controllato impiantando nei topi microbi intestinali provenienti da diverse specie di primati:
- Uomo (cervello grande)
- Scimmia scoiattolo (cervello grande)
- Scimmia cappuccina (cervello piccolo)
I risultati hanno mostrato che i topi con microbi provenienti da specie con cervelli grandi producevano e utilizzavano più energia, mentre quelli con microbi provenienti da specie con cervello piccolo tendevano a immagazzinare energia sotto forma di grasso.
Un collegamento tra microbiota ed evoluzione
Questa scoperta rafforza l’idea che il microbiota intestinale abbia avuto un ruolo attivo nell’evoluzione umana. Secondo i ricercatori, l’aumento della disponibilità energetica derivante dai batteri intestinali avrebbe potuto favorire lo sviluppo di cervelli più grandi, consentendo agli esseri umani di evolversi in modo unico rispetto ad altre specie di primati.
Implicazioni per la scienza
Lo studio apre nuove prospettive sulla relazione tra intestino e cervello, suggerendo che le variazioni nel microbiota potrebbero non solo influenzare la salute, ma anche l’evoluzione delle specie. In futuro, ulteriori ricerche potrebbero approfondire il ruolo del microbiota nella regolazione del metabolismo energetico e nelle funzioni cognitive.
Questa scoperta potrebbe portare a nuove strategie per migliorare la salute cerebrale attraverso l’ottimizzazione della flora intestinale, gettando nuova luce su come il nostro organismo si sia evoluto nel corso dei millenni.