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Foto di Steve Buissinne da Pixabay

Gli oli da cucina, ampiamente utilizzati nelle diete moderne, sono al centro di una nuova ricerca che punta a chiarirne il legame con il cancro al colon. Uno studio condotto dall’Università della Florida del Sud e dal Cancer Institute del Tampa General Hospital ha rivelato che l’uso di oli di semi, in particolare, potrebbe contribuire a un aumento dei tassi di questa malattia.

I ricercatori hanno analizzato le condizioni di 80 persone, di età compresa tra 30 e 35 anni, diagnosticando nei loro tumori una presenza aumentata di lipidi bioattivi, molecole oleose prodotte dal corpo durante il metabolismo degli oli di semi. Questi lipidi sono associati a un’accresciuta infiammazione, che compromette la naturale capacità del corpo di guarire e potrebbe accelerare la crescita dei tumori. In altre parole, il cancro viene descritto come “una ferita cronica che non si rimargina” in presenza di infiammazione costante.

Gli oli di semi e l’infiammazione

Gli oli di semi, ricchi di omega-6, hanno già attirato l’attenzione per il loro ruolo potenziale nell’aumentare i processi infiammatori dell’organismo. Al contrario, altri grassi più sani, come gli omega-3 presenti nel pesce e in alcune noci, offrono un effetto protettivo contro l’infiammazione. Questo squilibrio nell’apporto tra omega-6 e omega-3 nelle diete moderne potrebbe spiegare l’effetto deleterio di una dieta eccessivamente ricca di alimenti ultra-processati e oli vegetali.

Benefici della riduzione degli oli di semi

In un esperimento complementare, 100 uomini con cancro alla prostata sono stati monitorati per un anno. Lo studio ha scoperto che coloro che riducevano significativamente l’assunzione di cibi contenenti oli di semi mostravano una crescita tumorale più lenta rispetto ai soggetti con una dieta occidentale regolare. Questo rafforza l’idea che scegliere grassi “più sani” possa avere effetti positivi anche nella gestione e prevenzione del cancro.

L’importanza della moderazione

Nonostante questi risultati preliminari, gli esperti invitano alla cautela. Lo studio non suggerisce l’eliminazione completa degli oli da cucina, ma pone l’accento sull’importanza di un consumo moderato e bilanciato. L’obiettivo principale è promuovere una maggiore consapevolezza sugli effetti potenziali dei grassi omega-6 sulla salute e incoraggiare l’adozione di diete più equilibrate che includano fonti di grassi sani.

Con un numero crescente di prove che collegano l’infiammazione alle malattie croniche, incluso il cancro, questa ricerca rappresenta un ulteriore passo verso una comprensione più approfondita del ruolo dell’alimentazione nella prevenzione e gestione delle malattie.