nervo vago infiammazione intestinale
Foto di Gerd Altmann da Pixabay

Le malattie infiammatorie intestinali (IBD), tra cui il morbo di Crohn e la colite ulcerosa, sono condizioni croniche caratterizzate da un’infiammazione persistente del tratto gastrointestinale. Sebbene le cause esatte di queste malattie siano ancora oggetto di studio, si ritiene che fattori genetici, immunologici e ambientali contribuiscano alla loro insorgenza. Di recente, l’attenzione si è concentrata sul ruolo del sistema nervoso autonomo e, in particolare, sul nervo vago come potenziale bersaglio terapeutico per modulare l’infiammazione.

Il nervo vago, il decimo nervo cranico, è una via fondamentale di comunicazione tra il cervello e diversi organi del corpo, inclusi cuore, polmoni e tratto gastrointestinale. Una delle sue funzioni chiave è la regolazione del sistema nervoso parasimpatico, noto per il suo effetto antinfiammatorio. Attraverso la cosiddetta “via colinergica antinfiammatoria”, il nervo vago può inibire la produzione di citochine pro-infiammatorie, molecole coinvolte nella risposta infiammatoria.

 

Combattere l’infiammazione intestinale nelle malattie infiammatorie intestinali, grazie alla stimolazione del nervo vago

La stimolazione del nervo vago (VNS) è una tecnica che utilizza impulsi elettrici per attivare il nervo vago. Sebbene inizialmente sviluppata per il trattamento dell’epilessia e della depressione resistente ai farmaci, questa metodica ha dimostrato potenziale nell’affrontare condizioni infiammatorie croniche, inclusa l’IBD. La VNS può essere applicata tramite dispositivi impiantabili o tecnologie non invasive che stimolano il nervo attraverso la pelle. Inoltre agisce riducendo l’attività del sistema immunitario iperattivo. In particolare, l’attivazione delle fibre nervose vagali induce il rilascio di acetilcolina, un neurotrasmettitore che lega specifici recettori sulle cellule immunitarie, limitando la produzione di citochine pro-infiammatorie come il TNF-α e l’interleuchina-6. Questo effetto modulatore può ridurre significativamente i sintomi dell’infiammazione intestinale.

Studi preclinici e clinici hanno fornito prove incoraggianti sull’efficacia della VNS nelle IBD. In modelli animali, la stimolazione del nervo vago ha mostrato una riduzione dell’infiammazione e un miglioramento delle lesioni intestinali. Nei pazienti con IBD, i risultati preliminari suggeriscono un miglioramento della qualità della vita e una riduzione della dipendenza da farmaci immunosoppressori. Tuttavia, sono necessari ulteriori studi su larga scala per confermare questi risultati.

Uno dei principali vantaggi della VNS è la sua capacità di modulare l’infiammazione senza compromettere completamente il sistema immunitario, come accade con molti farmaci immunosoppressori. Inoltre, la VNS può offrire una soluzione a lungo termine per i pazienti che non rispondono adeguatamente alle terapie farmacologiche o che sperimentano effetti collaterali significativi. Nonostante il potenziale della VNS, esistono ancora diverse sfide da affrontare. Tra queste, la necessità di ottimizzare i protocolli di stimolazione, comprendere appieno i meccanismi biologici coinvolti e valutare i rischi a lungo termine. Inoltre, l’accessibilità economica e la disponibilità della tecnologia rappresentano fattori critici per la sua diffusione.

La stimolazione del nervo vago rappresenta un’area promettente della ricerca per il trattamento delle malattie infiammatorie intestinali. Grazie alla sua azione antinfiammatoria mirata, potrebbe rivoluzionare l’approccio terapeutico a queste patologie, offrendo nuove speranze ai pazienti. Tuttavia, il percorso verso un’adozione clinica diffusa richiede ulteriori studi e un impegno continuo nella ricerca.

Foto di Gerd Altmann da Pixabay