Quando di Alzheimer, le informazioni a disposizione sono molte, ma allo stesso tempo ci sono ancora troppi buchi. Il morbo in questione è tra le malattie neurodegenerative più comuni e nonostante i miliardi di miliardi spesi in ricerca ogni anno, non ci sono reali soluzioni al problema. Per questo siamo alla costante ulteriore ricercare di nuovi dati. Per esempio, recenti autopsie hanno mostrato delle differenze interessanti nel cervello di chi aveva la malattia e di chi no.
Nello specifico si parla di un comportamento differente delle cellule immunitarie negli individui con il morbo di Alzheimer diagnosticato. Si tratta di un scoperta importante perché potrebbe aprire un nuovo fronte in termine di possibili trattamenti. Se di fatto il comportamento del sistema immunitari ha a che fare con la malattia direttamente o se anche solo un sintomo, può diventare un nuovo bersaglio terapeutico.
Nuove informazioni sul morbo di Alzheimer
Ancora più nello specifico, si parla delle microglia, cellule immunitaria presenti nel cervello. Nelle persone con l’Alzheimer queste cellule finiscono per attivare una reazione spropositata portando alla morte altre cellule dell’organo. A questa informazione già nota si aggiunge la scoperta di tre cluster specifici di questo tipo di cellule che sono direttamente responsabile di questa azione distruttiva.
Le parole dei ricercatori: “A questo punto, non possiamo dire se la microglia sta causando la patologia o se la patologia sta causando a queste microglia di alterare il loro comportamento. Ora che abbiamo determinato i profili genetici di queste microglia, possiamo provare a scoprire esattamente cosa stanno facendo e, si spera, identificare modi per cambiare i loro comportamenti che potrebbero contribuire all’Alzheimer. Se riusciamo a determinare cosa stanno facendo, potremmo essere in grado di cambiare il loro comportamento con trattamenti che potrebbero prevenire o rallentare questa malattia”.