
Il buco dell’ozono è un fenomeno di cui se ne parla ad ondate. Sono quasi 40 anni che è stato redatto il protocollo di Montreal che mette al bando l’uso dei idroclorofluorocarburi che hanno di fatto la capacità di danneggiare lo strato di ozono dell’atmosfera. Questo ha reso la terra più esposta agli elementi dello spazio e per questo si è cercato di porvi rimedio. I risultati sono stati altalenanti, ma nuovamente sempre che ci sia un parziale successo.
Nel tempo il buco dell’ozono, anche se in realtà ce n’è più di uno, si è ristretto e riallargato più volte. Se da un lato molti paesi hanno effettivamente abbandonato l’uso degli HCFC, non tutti hanno poi mantenuto la parole. Paesi come la Cina hanno continuato a fare danni, ma gli sforzi degli altri hanno comunque portato a qualcosa. I gas dannosi stanno diminuendo più rapidamente di quando previsto all’inizio.
Il buco dell’ozono e i gas dannosi
Le parole deli esperti: “Questo è stato un enorme successo globale. Stiamo vedendo che le cose stanno andando nella giusta direzione. In termini di politica ambientale, c’è un certo ottimismo sul fatto che questi trattati ambientali possano funzionare se correttamente promulgati e seguiti.”
La diminuzione dell’uso di questi gas non è una notizia positiva solamente per il buco dell’ozono in sé. Gli HCFC sono anche dei gas serra, e anche potenti ovvero che aiutano eccessivamente a mantenere il calore all’interno dell’atmosfera. In ogni caso, al momento si calcola che per far sparire del tutto questi gas presenti bisognerà arrivare al 2080, anche se bisogna fare i conti con possibili nuove emissioni.