Un recente studio condotto dall’Università di California, Davis, rivela che le dimensioni del cervello umano stanno crescendo, con implicazioni significative per la salute cerebrale a lungo termine.
Secondo la ricerca, pubblicata su JAMA Neurology, gli individui nati negli anni ’70 mostrano volumi cerebrali più grandi e aree superficiali cerebrali più estese rispetto a coloro nati negli anni ’30. Questo trend è stato identificato attraverso un’analisi delle risonanze magnetiche cerebrali dei partecipanti al Framingham Heart Study, un progetto di ricerca che ha esaminato i modelli di malattie cardiovascolari e neurologiche.
L’aumento delle dimensioni del cervello potrebbe portare a una maggiore riserva cerebrale, riducendo il rischio di demenza legata all’età. Il professor Charles DeCarli, autore principale dello studio, suggerisce che influenze esterne come fattori sanitari, sociali, culturali ed educativi potrebbero contribuire a questo fenomeno.
Lo studio ha confrontato le dimensioni del cervello tra le persone nate negli anni ’30 e quelle nate negli anni ’70, trovando aumenti costanti nel volume del cervello, nella superficie corticale e in altre strutture cerebrali. Questi risultati suggeriscono che le persone con cervelli più grandi potrebbero essere meno suscettibili alle malattie neurodegenerative come l’Alzheimer.
Sebbene lo studio abbia alcune limitazioni, come la rappresentatività della coorte studiata, i risultati forniscono una nuova prospettiva sull’evoluzione del cervello umano e sulla sua relazione con la salute cerebrale.
La ricerca è stata finanziata dal National Institute on Aging e dal National Institutes of Health.