Se ti sei mai chiesto cosa spinge le persone a credere alle teorie del complotto, la scienza potrebbe avere alcune risposte intriganti. Recentemente, diversi studi hanno esplorato le differenze cerebrali e di personalità tra coloro che adottano un approccio più cospiratorio al mondo e coloro che non lo fanno.
Secondo un articolo dell’European Journal of Social Psychology, le persone inclini a credere alle teorie del complotto tendono a trovare modelli anche in opere d’arte caotiche. Questo fenomeno, chiamato “percezione illusoria“, suggerisce che il loro cervello potrebbe essere più propenso a connettere punti casuali e a percepire schemi dove non esistono.
Un altro studio, pubblicato su Personalità e Differenze Individuali, suggerisce che le persone che credono alle teorie del complotto potrebbero lottare con la percezione che gli eventi abbiano cause casuali e naturali, piuttosto che influenze umane o governative. Questo potrebbe essere attribuito a una sorta di visione preconcetta del mondo.
Inoltre, la personalità sembra giocare un ruolo importante. Gli individui con tratti narcisistici potrebbero essere più inclini a credere alle teorie del complotto, poiché sono portati a credere che gli altri li stiano cercando, sostenendo così l’idea di essere sotto osservazione o perseguitati.
Allo stesso modo, studi indicano che persone con tratti psicopatici o sadici potrebbero essere più propense a credere alle teorie del complotto, poiché questi tratti includono manipolazione, insensibilità e cinismo, che possono influenzare la percezione e l’interpretazione degli eventi.
In definitiva, mentre la scienza continua a esplorare le ragioni dietro le teorie del complotto, è chiaro che esistono differenze sia nel funzionamento cerebrale che nella personalità tra coloro che le adottano e coloro che non lo fanno. Questo campo di studio promette di portare ulteriori illuminazioni su un fenomeno tanto discusso quanto misterioso.