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Foto di Andreea Popa su Unsplash

I centenari non sono più ormai un qualcosa di così raro. Ovviamente si tratta di una fetta piccolissima fetta della popolazione generale globale e solo alcuni luoghi specifici ne hanno una percentuale di poco maggiore, ma comunque sta diventando sempre più comune. Ci sono molte variabili che portano una persona a compiere i cento anni e una buona fetta è la genetica, ma non solo. Secondo un nuovo studio, il sangue nasconderebbe molte informazioni in merito.

Attraverso un’analisi dei biomarcatori nel sangue, dati che arrivano da un enorme database sui centenari. Quello che si è visto è che nelle persone che arrivano a questa fatidica soglia c’erano livelli bassi di glucosio, creatina e acido urico. Questa bassa presenza era una caratteristica che partiva dai sessant’anni e non qualcosa che veniva corretto man mano che si invecchia.va.

 

Il sangue dei centenari

In generale le varie differenza tra i marcatori, se prese nell’insieme, risultano molto piccole. Ogni spostamento infatti andava a cambiare pochissimo punti percentuale. Nel caso specifico nell’acido urico, si parla di un 2,5% dove chi ce l’aveva più basso della media aveva il 4% di possibilità di annoverarsi tra i centenari mentre la popolazione normale aveva l’1,5%.

La parte più importante dello studio, grazie al fatto che la raccolta dei dati è partita oltre trenta anni fa, è che certi cambiamenti hanno una finestra ampia. Se con la genetica si può fare bene poco, lo stile di vita e soprattutto l’alimentazione permettono di migliorare di molto la qualità e permettere di raggiungere un traguardo importante.