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Foto di Mykyta Martynenko su Unsplash

Il morbo di Parkinson, insieme a quello di Alzheimer, è una malattia neurodegenerativa alquanto comune sopra una certa età, ma che risulta comunque essere abbastanza misteriosa. Nonostante i milioni di casi nel mondo, mancano molte risposte e trattamenti, quasi paradossale visto che continuiamo a scoprire nuove informazioni. Secondo un nuovo studio infatti, nel DNA ci sarebbe la chiave per evitare la patologia, come capita spesso del resto.

Apparentemente una chiave di volta potrebbe nascondersi dietro una proteina chiamata SHLP2. È una proteina rara in quando i geni che codificano la stessa sono rari visto che sono presenti in appena l’1% della popolazione europea. Chi la presenta sembrerebbe avere un rischio ridotto di contrarre il Parkinson, un rischio ridotto di oltre la metà.

 

La proteina contro il morbo di Parkinson

Le parole dei ricercatori dell’Università della California del Sud: “I nostri dati evidenziano gli effetti biologici di una particolare variante genetica e i potenziali meccanismi molecolari attraverso i quali questa mutazione può ridurre il rischio di malattia di Parkinson. Questo studio migliora la nostra comprensione del motivo per cui le persone potrebbero contrarre il morbo di Parkinson e di come potremmo sviluppare nuove terapie per questa malattia devastante.”

Una delle teoria sul morbo di Parkinson è che si sviluppa a causa di un malfunzionamento dei mitocondri, nello specifico nel loro riciclaggio. La proteina in questione, SHLP2, sembrerebbe essere in grado di gestire meglio questo processo andando a contrastare tale processo fallato. Ovviamente, proprio come l’Alzheimer, questo potrebbe essere solo un piccolo tassello di qualcosa di più complesso.